Yuri Beretta
Memoria di ferro per chi si
ricorda dei Genialando, che nel 1999 pubblicarono per la CGD un disco e poi si
sciolsero – uno di quei non pochi casi di pop italiano, piccolo (nelle vendite)
ma ben curato, che avrebbe meritato più fortuna. Il leader di quel gruppo si
chiamava Yuri Beretta ed oggi ci
riprova su etichetta Eclectic Circus con La
forza, disco che in undici tracce propone una canzone d’autore più o meno
virata alle cose migliori che il pop di casa nostra abbia sfornato negli ultimi
quindici anni.
Se difatti l’apertura è
all’insegna del folk ingentilito di L’acqua
(arpeggi d’acustica, synth gocciolanti e un pacificante sentore d’oltremanica),
La danza transita dalle parti di Max
Gazzè, Tokyo di un Pino Marino
affaccendato sull’organo hammond e La
deriva dei sentimenti all’esatto crocicchio tra Samuele Bersani e Cesare
Cremonini. Ad episodi più solari (la radiofonica Innamorati stipendiati) Beretta alterna inoltre sprazzi più decisi,
come nei retrogusti anni ottanta di Depress
yourself e nell’eredità Estra della cavalcata a chitarre strepitanti Tocca la minchia.
Proprio l’ironia del testo di
quest’ultima esprime al meglio una delle peculiarità del cantautore milanese,
quella di accostare saltuariamente nelle liriche immagini tra loro in apparenza
impertinenti ma che sortiscono un buon effetto surreale, a volte al limite
dell’improbabilità, sia quando il tono è scherzoso sia quando è più meditativo.
Nonostante ciò, “La forza” – complice anche una certa disomogeneità di arrangiamenti
che rende ogni pezzo troppo a sé – non ha quel quid per essere qualcosa in più
di un lavoro gradevole ma discreto. Urge insomma un determinante colpo di reni.
01. L’Acqua
02. La Danza
03. Tokyo
04. Dea
05. Nel Volo
06. Innamorati Stipendiati
07. Tocca La Minchia
08. Monoton
09. Agosto
10. La Deriva Dei Sentimenti
11. Depress Yourself
Yuri Beretta:
chitarra in #1
Giorgio Mastrocola:
chitarre elettriche e acustiche, basso in #10
Stefano Clessi:
batteria
Fabrizio Zitoli:
basso
Lele Battista:
pianoforte, piano elettrico in #1, synth in #1 e #2, samples in #2 e #7,
mellotron in #7, cello in #8, basso in #8 e #9, sprazzi di elettronica educata,
cori
Fabio Capriuolo:
piano in #8
Max Ferrò:
chitarrine e chitarre in loop in #2, #3 e #7
Ale Ponti:
chitarra dobro in #6, #7 e #8
Alberto Grein:
didjeridoo in #8
Simona Rotolo:
cori