ultime notizie

Lilith Festival: Genova tra pop, rock ...

di Alberto Calandriello Periodo di intensissima attività per l'Associazione Culturale Lilith, punto di riferimento per la cultura a Genova ed in Liguria, che da pochi giorni ha dato il ...

Lucio Corsi

La gente che sogna

Si alza in volo l’astronave di Lucio Corsi e atterra su un nuovo pianeta “senza difetti”. E quindi un pianeta dove gli unici uomini che compaiono sono proprio quelli che lui ha invitato sulla sua astronave (a forma di giradischi, ovvio): Marc Bolan e i suoi TRex, Jeff Lynne con gli Electric light orchestra, Lou Reed, Renato Zero, Ivan Graziani e naturalmente David Bowie. Il gran mondo del Glam rock ha accolto l’invito e si è ritrovato in questo bellissimo terzo disco dell'artista toscano, La gente che sogna. Certo è un invito fittizio, tutto mentale, ma esiste forma d’arte che non sia fittizia e mentale? Che poi, detta così, sembra quasi voler fare un torto a Lucio Corsi, perché se è vero che tutti gli artisti che lo hanno influenzato fanno sentire qui la loro voce, è vero anche che tutto questo variegato mondo sonoro (e non solo) è stato ampiamente masticato e assimilato dal cantautore fino a diventare sua cifra stilistica del tutto nuova e originale.

La gente che sogna, per certi aspetti, può quasi essere considerato un concept album, dove assistiamo a un continuo alternarsi di notte e giorno, di realtà e immaginazione, di veglia e sogno. Quasi senza soluzione di continuità. I primi due brani (Radio Mayday e Astronave giradisco) sono un dittico legato alla necessità, come detto, di abbandonare il pianeta Terra - per trovare forme di vita incapaci di fare il male - e quindi tornare sul nostro pianeta. E, così, da un irriconoscibile E.T. agli angeli che svolazzano coi piccioni in testa, tutti si ritrovano in un fantomatico autogrill (dove vi è anche il satellite di Lou Reed, d’altronde).

Ma è tutto il disco un continuo viaggio tra alto e basso. E così dall’alto dei cieli atterriamo nel più profondo mondo, quello dell’inconscio con Magia nera. La luce delle stelle lascia spazio alla notte più cupa dove dobbiamo confrontarci coi nostri mostri interiori come Boogeyman e il conte Dracula, per esorcizzarli e un poco deriderli. Spazio notturno evocato anche dalla title track, dove a parlarci è addirittura un albergo che ci invita a entrare nel suo mondo (e qui il riferimento - anche musicale - a 'The rocky horror picture show' a proposito di mostri). La notte è resa con una bellissima strofa iniziale che mostra la capacità poetica di Corsi: “Quando l'azzurro del cielo si riposa/ lanciando il nero sulle case/ e le automobili gridano fedeltà/ rimanendo dove le hanno parcheggiate/ i cuscini portano in vacanza/ la gente che sogna”. Se però è necessario un incubo “per svegliarsi con sollievo”, alla fine anche il sogno più tetro sembra migliore della realtà. Con Orme, infatti, siamo catapultati sulla Terra e soprattutto nel regno della realtà. Ma è una realtà che fa male perché “Certe orme sono ferite sulla riva/ che non spariscono con le onde/ ma restano stampate sulla pelle a vita”.

Spesso per Lucio Corsi la realtà è ben più incomprensibile del sogno, per cui dopo una canzone così fortemente “terreste”, ecco l’incipit folgorante de La bocca della verità con la sua inquietante domanda: “Se a mentire fosse la realtà?”. D’altronde la verità per un personaggio notturno come Corsi mette spavento e quindi tutto il brano è giocato su un rovesciamento sarcastico di dettami dati per certi o quasi (l’inserto in giapponese può così approssimativamente essere tradotto: "Realtà o bugie? Se Monalisa non avesse sentimenti? Chi siamo noi? Non so nemmeno cosa stai dicendo/ Ma sei stupido!?”).
Ma la necessità di nascondersi dietro “smalto sulle labbra e rossetto sulle dita” (proprio così!) non è un semplice escamotage. Se la realtà non è conoscibile fino in fondo (e fa comunque più paura dell’incubo), la maschera non solo preserva ma diventa vera essenza del proprio essere, il palco il luogo dove le coordinate spazio-temporali saltano completamente, la canzone approdo ideale proprio perché prodotto mentale. Siamo nel pieno del Glam Party dove “Le canzoni migliori sono quelle che mentono” (appunto). La canzone, così come il trucco, è certo falsità, ma più vera e autentica della verità stessa. Tutto viene ribaltato e la legge della non contraddittorietà va a gambe all’aria: “Quando sarò giovane avrò modo di riposarmi/ verrà il momento di dare nell'occhio senza ricevere sguardi” (versi che farebbero la gioia di un Pasquale Panella!).

Ma, non ci stancheremo di dirlo, La gente che sogna è un disco di continue giravolte, di alto e basso, di luce e buio. E quando si spengono le luci e si ammutolisce la musica del glam party, ecco entrare in scena nuovamente il buio e la notte fonda (Danza classica). Si cerca una presenza che possa dare consistenza alla realtà. Ma anche in questo caso non la si trova, forse perché “sarà colpa del buio/ se ancora non ne ho visto l'ombra”. E allora il viaggio può riprendere verso quel mondo “altro” tanto agognato e mai trovato, ma che di sicuro esiste: A Corsi glielo ha detto una pianta carnivora!

Un lavoro che conferma tutto il buono che si è sempre scritto su Lucio Corsi. Musicalmente il cantautore abbandona certe sonorità più folk - che avevano caratterizzato i primi due dischi - per approdare, grazie anche al prezioso lavoro di Tommaso Ottomano, in veste di coautore e arrangiatore, ad un glam rock con forti venature pop, tra fenomenali riff di chitarra elettrica (che certo risentono del primo Bowie), sintetizzatori, tastiere e fiati Motown. Disco della maturità, verrebbe da dire. Se non fosse che il termine stesso “maturità” sembra mal adattarsi ad un artista che ha fatto della fantasia e della totale e libera immaginazione (quasi un fanciullino di pascoliana memoria) una vera e propria cifra stilistica. E allora che continui a sognare Lucio Corsi. Volentieri continueremo ad aggregarci al suo mondo onirico.

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Lucio Corsi e Tommaso Ottomano 
  • Anno: 2023
  • Durata: 27:52
  • Etichetta: Sugar

Elenco delle tracce

01. Radio Mayday
02. Astronave Giradisco
03. Magia Nera
04. La Gente che Sogna
05. Orme
06. La Bocca della Verità
07. Glam Party
08. Danza Classica
09. Un Altro Mondo 

Brani migliori

  1. Radio Mayday
  2. Astronave Giradisco
  3. La Bocca della Verità