Il nuovo lavoro di Pino Daniele, La grande madre, è più di un semplice disco. È un progetto con all’interno ben ottanta pagine a colori con i testi delle canzoni, gli spartiti, foto vecchie e nuove, pensieri, l’intera biografia del chitarrista partenopeo, il tutto scritto sempre in italiano e in inglese, a sottolineare il sapore internazione della sua musica. Tale lavoro si deve a una volontà dello stesso cantautore che ha deciso di regalare ai suoi fan un qualcosa di simile ai vecchi vinili e di uscire sotto la sua stessa etichetta indipendente Blu Dragon.

Come sono le undici tracce de La grande madre? Da un po’ di anni c’è una certa sfiducia nei confronti dei dischi del cantautore napoletano e gran parte di critica e pubblico si trovano d’accordo nell’affermare che il Pino Daniele di un tempo non scrive più canzoni degne di nota. Il primo impatto con La grande madre ha confermato questo sentimento, lasciato alle spalle già al secondo ascolto, quando cioè le melodie hanno avuto la meglio sulle parole e la voce della chitarra di Pino ha confermato la sua bravura nello scrivere delle musiche degne di nota.

La grande madre è un disco che ti conquista solo dopo aver abbandonato i pregiudizi nei confronti delle critiche che hanno accompagnato le uscite degli ultimi lavori dell’artista, è un disco dove riecheggiano il vento d’Africa, il jazz, il blues e tutto si mescola e si trasforma canzone dopo canzone. Melodramma è il brano d’apertura, quello con cui Pino Daniele ha deciso di rappresentare il canto italiano che si mescola al rock dei nostri giorni, nato ripensando all’attimo in cui al Pavarotti & Friends del 1998 Napule è si fuse con il mondo della lirica di Luciano Pavarotti.

Due scarpe è il titolo forse della più bella canzone di questo disco: una storia d’amore raccontata da una prospettiva diversa rispetto ai soliti cliché, cullata da una dolce melodia di un Pino Daniele elegante, mai presuntuoso, con un testo privo di banalità. La grande madre è anche un modo per celebrare Eric Clapton, artista molto amato dal cantautore napoletano che qui traduce egregiamente Wonderful tonight. Ma è anche un modo per servirsi della musica per portare messaggi importanti, come il dire basta alla mortalità infantile, a sostegno della campagna di Save the children che viene rappresentata in Searching for the water of life.

In questo disco troverete anche un musicista che ha voglia di suonare e di improvvisare. E così due tracce apparentemente separate, Coffee time e ‘O fra, sono il frutto di una jam, rappresentano, come scrive Pino Daniele nel libretto, “la voglia di comunicare attraverso l’improvvisazione, di rivivere certe sensazioni, i ricordi e gli incontri”. La nuova fatica di Pino Daniele è un disco piacevole, forse spiazzante, è un luogo dove la musica la fa sicuramente da padrona, forse oscurando un po’ i testi, ma forse la sua bellezza è proprio questa.

La migliore descrizione di questo disco non poteva che farla lo stesso autore. Come si legge all’inizio del libretto “da sempre, poeti ed artisti ci hanno insegnato ad amare di più le cose naturali, semplici, immediate, essenziali. Io mi sono fidato del mio istinto, ed il mio intuito mi porta alla continua ricerca della Grande Madre, come una Madonna nera, come una preghiera che nasce per caso sulle note di una melodia blues, americana, araba, africana, europea… sul linguaggio delle note del mondo”. Dedicato agli estimatori di Pino Daniele, o a chi ha voglia di riscoprirlo.

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