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Enrico Negro

La memoria dell’acqua

Suoni tradizionali a cavallo fra Piemonte e Francia, seguendo la scia di consonanze musicali ormai secolari; altri che invece puntano verso il confine con Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna, e dunque figli di un rapporto geograficamente più diretto ed immediato, ma ricco di sfumature differenti e, se vogliamo, di “conflitti” antichi. Le chitarre di Enrico Negro percorrono antichi sentieri, attraversano pianure, altopiani, colline e dirupi scoscesi, intravedono il mare ma alle spalle hanno solide catene montuose, raccolgono suggestioni da queste lande una volta distanti e, quasi fossero carte, le dispongono sul tavolo per giocare la propria partita.

Il chitarrista piemontese con questo La memoria dell’acqua mette il proprio tassello all’interno della neonata etichetta Solitunes, trasportando l’ascoltatore indietro nel tempo, verso una tradizione che, di volta in volta, viene recuperata, riproposta o riletta sempre, comunque, con il massimo rispetto e la massima attenzione a non snaturarne l’essenza. Ed anche nei brani di propria composizione riemergono ricordi, suggestioni, a volte malinconie che guardano al passato come ad un grande serbatoio di sensazioni e sentimenti.

Le due chitarre utilizzate, un’acustica ed una classica, suonano differentemente e sottolineano attraverso i loro timbri le caratteristiche dei brani in cui vengono utilizzate: una dal timbro più metallico, per sottolineare i momenti più vivaci, che invitano alla danza, a quella sorta di rito popolare che erano le gighe e le gavotte; l’altra dal tono più sommesso, più morbido, più ricco di tonalità medio basse che inducono alla riflessione, al pensare, allo stare con se stessi quasi estraniandosi dal mondo esterno. Una carriera importante e ricca, diversi album all’attivo, un continuo muoversi fra la formazione di tipo classico e la tradizione folk che, in Piemonte, ha una storia che affonda le radici in un passato antico; oltre a questo, però, anche una intensa attività didattica nel cui ambito non è affatto secondaria la divulgazione degli strumenti popolari all’interno delle scuole.

Trasmettere la conoscenza di queste radici musicali a ragazzi ancora acerbi diventa un obiettivo fondamentale per consentire loro di iniziare un percorso di apprendimento che si spera potrà essere la base di un futuro interesse, di una passione per la musica, una sorta di “tronco” sul quale costruirla: quali saranno le fronde, poi, ovvero i percorsi, questo è lasciato ad ognuno. L’importante è che musicisti come Enrico Negro siano capaci di raccogliere ed interpretare un patrimonio musicale vasto e radicato, ma nel contempo si impegnino a comunicarlo ai loro allievi. Questa è la tradizione, ma nel senso originario del termine “traditio”, ovvero di “trasferimento del possesso”: perché la musica, questa materia così “liquida” e ricca di originalità, va prima posseduta, assorbita, e solo dopo può essere comunicata.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Enrico Negro, Bruno F. Sorba
  • Anno: 2015
  • Durata: 54:29
  • Etichetta: Solitunes Records

Elenco delle tracce

01. La memoria dell’acqua
02. Ma maire/La perugia
03. Rubato/Methi
04. Omaggio a Manuel De Falla
05. Detective Rag
06. Il lungo inverno
07. La fanciulla rapita/Monferrina di Cassine
08. Se… il mare
09. Sestrina/Levantina 1 e 2
10. Chi vol che m’innamori
11. Vento di marzo
12. A cumba

Brani migliori

  1. Rubato/Methi
  2. Il lungo inverno
  3. Se…il mare

Musicisti

Enrico Negro: acoustic guitar, classic guitar