Massimiliano Maiucchi - Alessandro D'Orazi
La musicastrocca
Quando un musicista come
Alessandro D’Orazi – fondatore e leader
dell’ormai decennale e affermata cover band di
Rino Gaetano, CiaoRino –
e un attore e poeta come
Massimiliano
Maiucchi – fantasista da palco capace di tenere alta l’attenzione del più
piccolo degli astanti e autore di ottima letteratura infantile – si mettono
assieme, ecco che nasce una cosa bella come
“lamusicastrocca”. Ben più che un semplice prodotto per bambini, se
ne può fruire nella sua forma di libro, peraltro ottimamente illustrato con la
fantasia e la grazia di
Lorenzo
Terranera, affrontandone in lettura i brevi versi in rima; oppure
ascoltarne le parole attraverso il disco: parole cantate o a volte
semplicemente accompagnate dalla musica. È assai difficile penetrare il mondo
dei bimbi, misterioso nella sua complessità emotiva e inaccessibile ai più; ma
questi due artisti sembrano farlo con disinvoltura, sintetizzando un universo
in poche pagine di parole e suoni con una naturalezza che rivela una
sensibilità rara. I testi si nutrono di teatralità, di cui l’esempio più
immediato è
Filastrocca da mimare (“con
la mano faccio il mare/con i denti un coniglietto/con le braccia
l’angioletto...”); attingono alla curiosità dei piccoli, come in
Filastrocca tutta storta (“non sai mai
dove ti porta…”), alla loro vita quotidiana, come la raccolta delle figurine (
L’album degli animali), o il calcio (
Il gioco del barattolo), e poi l’immaginario
delle fiabe più classiche ne
Il bosco
stellato, dove gli gnomi si raccontano storie e poi “finite le storie ogni
folletto/si prende una foglia e va subito a letto”, come il Cucciolo di
Biancaneve. E poi ancora tanti i giochi di parole (“la musicastrocca canta-re mi
fa [...] bal-la-re mi fa...”), e le frasi liberatorie (“battono i denti sotto
la giacca/oh che paura, mi scappa la cacca”), e l’esorcismo delle paure, come in
La fifastroccca, dove vivono streghe,
vampiri e uomini neri, ma poi “passa la fifa e resta la strocca”. È una poesia
tenera che fa tornare la mente persino a un grande Guido Gozzano quando canta
il mondo dell’infanzia, con la bellissima
Filastrocca
bocca a bocca (“Se ne va di bocca in bocca/parte seria e arriva
sciocca...”). Musicalmente il livello è lo stesso: cantabile, ballabile, persino
suonabile dai bimbi: il tutto su di una superficie che cela un’attenta ricerca
timbrica per imprimere potere evocativo alle musiche, e l’uso della ritmica
popolare, dal valzer alla tarantella, con i suoi strumenti semplici – dal
tamburello al kazoo – ma anche arrangiamenti quasi orchestrali nelle storie più
immaginifiche.
Tutto è immediatamente, inspiegabilmente comprensibile. Come per
magia, in un connubio perfetto di parole e di musica: “la storia continua, ma
io non la so/so solo che inizia e finisce col ‘do’”.
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