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Nada Trio

La posa

E’ inutile girarci attorno: la morte di Fausto Mesolella, giunta, secca e improvvisa, proprio mentre questa recensione stava prendendo forma, carica le canzoni de La posa, nuovo lavoro dei Nada Trio, di un’intensità e una commozione che non possiamo, né vogliamo, allontanare. Difficile parlare con obiettività di questo album, quando sai che queste saranno le ultime note che sgorgheranno da quella chitarra, così versatile, così umana, dolce, e abrasiva, alla bisogna. Eppure, proprio per onorare la memoria dell’uomo e del chitarrista che tanto ha dato alla musica italiana, sia con gli Avion Travel sia attraverso le mille collaborazioni verso cui la sua curiosità e la sua maestria l’hanno spinto, dobbiamo provare a farlo.

La posa esce a quasi vent’anni dal primo omonimo album del Nada Trio, progetto nato sui palchi nel 1994 e giunto in studio di registrazione nel ‘98. L’idea di riprendere il repertorio storico della cantante livornese, con qualche deviazione, in questa essenziale formazione che affiancava al canto sanguigno di Nada la chitarra liquida e funambolica di Fausto Mesolella e il contrabbasso discreto e preciso di Ferruccio Spinetti, allora insieme negli Avion Travel, fu davvero una trovata azzeccata: quei gioiellini di pop anni 60-80, sfrondati dagli arrangiamenti e dalle sonorità alla moda, venivano a risplendere di una abbagliante luce propria, riproponendo l’ex “pulcino di Gabbro” a una nuova generazione di appassionati.

Da allora molta acqua è passata sotto i ponti: Nada ha sfornato dischi di grande bellezza e coraggio che l’hanno posta in piena sintonia con la musica rock alternativa di questi ultimi vent’anni, ma i tre non si sono certo persi di vista, puntellando con numerosi concerti l’amicizia e la complicità.

La posa, registrato e missato proprio nello studio di Fausto Mesolella, riparte da quel primo album, confermandone in gran parte le sonorità, ma lavorando su un altro tipo di repertorio: se l’illustre predecessore rivisitava l’intera carriera di Nada attingendo dal suo repertorio storico aggiungendovi cover scelte con grande cura e gusto (Battiato, Avion Travel) e un paio di risciacquate di panni in Arno, in questo nuovo lavoro ci si focalizza su alcune delle meraviglie che Nada ha dispensato da metà anni ’90 in poi, quando ha lavorato a fondo sulla scrittura, diventando una cantautrice indie-rock ben piantata nella contemporaneità: dalla sfacciata Guardami negli occhi che nel ’99 segnò il suo ritorno a Sanremo dopo tanti anni (<<È la canzone che mi ha consentito di dire: questa sono io>>) alla splendida Luna in piena che otto anni dopo lasciò ancora basiti i parrucconi sanremesi con quel suo liberatorio dlen dlen dlen, fino al capolavoro Senza un perché, giustamente riproposta visto l’inaspettato successo che nei mesi scorsi l’ha riportata in cima alle classifiche dei singoli dopo l’apparizione nella quarta puntata di “The Young Pope” di Sorrentino.  Ma c’è posto anche per Ti troverò che parte piano per crescere fino alle dissonanze finali con il canto di Nada che si fa vieppiù stridente, nonché per L’estate sul mare e Una pioggia di sale, comprese in L’amore devi seguirlo, il più recente album di inediti, sicuramente tra le cose più belle (forse LA più bella) del 2016, di cui l’inedito La posa (che poi ha battezzato l’intero lavoro) appare, con la sua ariosa melodia fanciullesca, una coerente appendice.

Ma, come già nel lavoro nel ’98, il Nada Trio lascia sbigottiti anche per la sapienza e la poesia con cui va a benedire canzoni altrui. Questa volta tocca a Gianmaria Testa (un altro dal destino sfortunato, di cui Nada aveva già interpretato Piccoli fiumi nel ‘99) con la delicata Dentro la tasca di un qualunque mattino, poi a un meno sorprendente Piero Ciampi (Sul porto di Livorno, con quel verso che Nada potrebbe eleggere, e forse l’ha già fatto, a proprio motto: “Io non ho perso il mio cuore strada facendo”) e alla Marlene Dietrich di Falling in love again tratta dal film “L’angelo azzurro”. La “quota popolare” questa volta si sposta dalla Toscana al Salento di Malachianta, cantata con struggente forza da una Nada la cui voce e la vitalità artistica non smettono ancora di stupirci a quasi cinquant’anni dal suo esordio.

E mentre si spengono le ultime note di Grazie, brano posto in coda all’album, non possiamo che rimpiangere il fatto che proprio su quell’ultima pennata di Fausto (emblematicamente Nada ha appena finito di cantare “Grazie per avermi spezzato il cuore”) finisca l’avventura del Nada Trio, e che non ci sarà un altro album così a lustrare le nostre primavere.

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Mesolella, Nada, Spinetti
  • Anno: 2017
  • Durata: 42:00
  • Etichetta: Warner Music Italia

Elenco delle tracce

01. Ti troverò
02. Senza un perché
03. Guardami negli occhi
04. Luna in piena
05. L'estate sul mare
06. La posa
07. Dentro la tasca di un qualunque mattino
08. Malachianta
09. Falling in love again
10. Sul porto di Livorno
11. Una pioggia di sale
12. Grazie
 

                                        


                             
                          

Brani migliori

  1. Senza un perché
  2. Una pioggia di sale
  3. Luna in piena

Musicisti

Nada:voce  -  Fausto Mesolella: chitarre  -  Ferruccio Spinetti: contrabbasso