Lomè
Al secondo disco, e già alla prima rivoluzione: evidentemente, ai Lomè il classico formato cantautoriale stava stretto, tanto stretto che l'unica soluzione sembrava “andare dove nessuno era mai stato prima”. Ed ecco La ragione (non ce l'ha nessuno), un meta-titolo che sembra quasi una deduzione: in musica vale tutto, i generi vanno piegati e spinti al loro limite, vanno fatti scontrare e incontrare, non ci si può accasare con nessuno di loro.
È vero, i Lomè si aprono anche in scrittura, dritti a un'essenziale-essenziale, con testi frammentati e caleidoscopici, ma sottilmente limpidi. Il raccordo è l'evoluzione di animi insicuri, in bilico tra il condizionamento di un fato da comprendere e la necessità di sciogliere nodi, ma anche il costante scarto di punto di vista, inquieto: “Ordine, ordine, ma di buono che c'è nel mettere ordine?”, si chiede a un certo punto Riccardo Ruggeri, frontman e autore dei testi.
Sono ardori chiusi a chiave (Diavoli, apparentabile al sound di Casa Sonica) che si scontrano con maturità emotive conquistate a fatica (Le mie idee), coinciliate a stento con resistenze emotive (Marmobianco), sorvoli aerei sopra città affogate nella rabbia (Dalla mia stanza), tutti brani che delineano un impalpabile tormento sentimentale, sposato con un pop teso per ensemble. Ma non mancano anche doverosi e spassose sperimentazioni, con qualche vago ammiccamento a Frank Zappa, come nel walzer finto-borgataro sporcato di cori sardi e fischiettii ostinati di Anche gli scheletri possono salvarsi, il taglio prog della title-track e l’avanguardismo d’inizio secolo in salsa funk di Vaches.
Un disco eclettico, da riascoltare e approfondire, confezionato alla perfezione dai Lomè con Enrico Montrosset e Peter Walsh (già Simple Minds, Gabriel e Donà). Ma manca qualcosa, nelle composizioni fatica a uscire un’aura di vera sorpresa, anzi, paradossalmente, si ha la sensazione di imprevedibilità imbrigliata , forse anche per via di una scrittura senz'altro più acuta e immediata, ma che deve ancora lavorare di equilibri. O squilibri.
01. Diavoli
02. Zum, zum, zum
03. Le mie idee
04. Amanti di fumo
05. Anche gli scheletri possono salvarsi
06. Marmobianco
07. Twist
08. La ragione (non ce l'ha nessuno)
09. Vaches
10. Volkandra
11. Dalla mia stanza
12. Come se
Riccardo Ruggeri: voce, cori, armonizzazioni varie. Andrea Manzoni: piano, fender rodes, hammond, mogg. Luca Bertinaria: contrabbasso. Italo Graziana: batteria. Andrea Gariazzo: chitarra elettrica ed acustica in 1, 3. Livia Hagiu, Alessandra Laura Bortolan: violino in 3. Magdalena Valisescu: viola in 3. Idil Onaran: violoncello in 3. Manuel Pramotton: sax soprano in 3, sax alto, sax tenore, sax baritono in 2. David Ceste: trombone, basso tuba in 2. Martina Martinova: violino in 4, 6, 11. Davide Fondana: violoncello in 4, 6, 11.