Enrico Ruggeri
“Abbiamo aperto le finestre. Sono entrati sole e pioggia, vento e calore”, con queste parole contenute nel reading Magna Charta, una sorta di manifesto programmatico, si apre La rivoluzione l’ultimo disco di inediti di Enrico Ruggeri. Un titolo significativo e una parola che negli anni è stata molto usata, e come spesso accade, anche a sproposito.
L’essenza del CD (uscito prima dell’estate su etichetta Anyway e che segue a distanza di tre anni “Alma”), come in molti dei lavori discografici di Ruggeri, sono indubbiamente i testi. In questo caso le undici tracce (una sorta di concept album autobiografico) si dipanano lungo la strada della sua vita con un occhio attento al futuro in divenire, ma senza perdere di vista il presente e soprattutto il passato. Un racconto intenso in cui il tema principale in una qual misura sono i rapporti umani, il passaggio comune a molti di noi dall’adolescenza all’età adulta fatto di rapporti umani, di sogni adolescenziali e di una generazione che suo malgrado si è scontrata con la vita. Il tutto racchiuso, non solo nella musica, ma anche nell’iconico scatto di copertina: una foto che riprende la classe di Enrico Ruggeri al Liceo Berchet durante l’anno scolastico ‘73/’74. […] qui c’è una generazione che vide arrivare la Lotta Armata, le bombe di Piazza Fontana, l’eroina, l’AIDS che portò a una retromarcia nella liberazione sessuale… ma anche tanti tipi di musica, suonata bene, che hanno segnato la storia […]
Difficile fare una cernita dei brani consigliati, più volte scrivendo li ho infatti cambiati, ma dovendo scegliere metterei: La Rivoluzione, in cui Enrico racconta il passaggio dall’adolescenza all’età adulta […] C’è stato un momento nel quale abbiamo creduto di poter cambiare il mondo, poi abbiamo accettato e subito la trasformazione della realtà: è arrivato il “riflusso”, ognuno di noi ha pensato di poter essere l’artefice del suo destino, e forse per qualcuno è stato così […]. Aggiungerei poi Che ne sarà di noi, un brano sotteso mirabilmente tra la speranza e lo smarrimento ed infine Glam bang che, a parere di chi scrive è il brano più coinvolgente, arricchito tra l’altro dall’esplosivo finale cantato da Silvio Capeccia (insieme al quale nel lontano 1972 Ruggeri aveva fondato gli Champagne Molotov, prima dei Decibel).
Con La rivoluzione ancora una volta Ruggeri ha saputo dimostrare l’attitudine al raccontare storie con cura - a tratti maniacale - sia per le parole che per i suoni, che non forniscono certamente una mera cornice. A riprova di ciò, durante la registrazione del disco, si è attenuto a quello che lui stesso ha definito e impostato come il “decalogo della buona musica”.
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01. Magna Charta
02. La Rivoluzione
03. La fine del mondo
04. Non sparate sul cantante
05. Parte di me
06. Che ne sarà di noi (feat. Francesco Bianconi)
07. Alessandro
08. Gladiatore
09. Vittime e colpevoli
10. Glam bang (feat. Silvio Capeccia)
11. La mia libertà
Enrico Ruggeri: voce;
Paolo Zanetti: chitarre;
Francesco Luppi: tastiere;
Alex Polifrone: batteria;
Fortu Sacka: basso;
Stefano Marlon Marinoni: sax;
Davide Brambilla: fiati;
Andrea Mirò: archi