ultime notizie

Lilith Festival: Genova tra pop, rock ...

di Alberto Calandriello Periodo di intensissima attività per l'Associazione Culturale Lilith, punto di riferimento per la cultura a Genova ed in Liguria, che da pochi giorni ha dato il ...

Arturo Fracassa

La vita dentro i margini

Ci hanno fregato fin da piccoli, quando ci hanno insegnato a colorare dentro i margini”. Basterebbe questa frase messa in apertura del libretto a dare il senso giusto a questa recensione. Un concetto semplice che però dice molto di questo secondo lavoro di Arturo Fracassa, cantautore lombardo che dell’andare “oltre”, oltre gli schemi, ne ha fatto una ragione di vita. Artistica ma non solo.
Arrivato tardi all’esordio (il suo primo album, “Baciami Arturo” è di fine 2016, a quarant’anni suonati), in pochi anni ha fatto quello che non era riuscito a fare per lungo tempo o che forse non aveva mai pensato di poter fare. Detto fatto, un bel giorno prende il coraggio a quattro mani e prova a fare musica sul serio, prova cioè ad uscire da quei margini che la vita spesso ti traccia e da cui ne esci a fatica.
Niente di patetico, per carità, stiamo solo parlando di come molti sogni vengono spesso schiacciati da una quotidianità che costringe a rimandare, a soffocare molte velleità artistiche, sportive, o qualsivoglia sentimento e passione. Ma a volte qualcuno questa forza ce l’ha e Arturo l’ha dimostrato con i fatti, in primis proprio a sé stesso. Prende così i suoi provini e li fa ascoltare a Sara Velardo, talentuosa polistrumentista e cantautrice che comincia a vestire quelle canzoni. Dopo l’esordio di cui parlavamo nel 2016 che produce una manciata di buoni brani tra cui il singolo Baciami Arturo (vedi il video), ecco ora La vita dentro i margini, album uscito nel 2018 e presentato in giro per la Lombardia. Dodici brani che ci consegnano un artista che dimostra di saper scrivere, anche se alcune lacune sono evidenti. E lo diciamo nonostante l’album nel suo complesso sia ben confezionato, con uno splendido lavoro di arrangiamenti che hanno il merito di far emergere ulteriormente la creatività e la professionalità di Sara Velardo, soprattutto nel lavoro sulle chitarre elettriche, acustiche, oltre che al basso, a cui va aggiunto una nota di merito per la cura dei suoni, grazie a Paolo Iafelice che ha mixato e masterizzato il tutto nei suoi studi milanesi di Adesiva Discografica (qui sotto una foto del “gruppo di lavoro”, con Arturo a sinistra, Iafelice al centro e Sara Velardo)


Quel che convince meno è la voce di Fracassa, che se nel disco riesce a trovare (a fatica) una sua quadratura, dal vivo mostra la corda. I concerti però non mancano e la gente lo segue, conosce i suoi pezzi, anche se a onor del vero qualche data lontano da terre amiche potrebbe forgiare meglio la resa live. Tra le cose positive ci mettiamo invece la sua voglia e capacità di raccontare storie vissute in prima persona e una buona penna nella parte descrittiva. Tra i testi più riusciti segnaliamo Scriverò di te e certamente Libero, brano che si è conquistato l’attenzione del festival “Musica contro le Mafie” (vedi il video) e dedicato a Paolo Cereda, responsabile della sezione lecchese di ‘Libera’ (qui in una foto di repertorio), l’associazione fondata da Don Luigi Ciotti. Una morte improvvisa quella di Cereda, che colpisce nel vivo il territorio lecchese e segna nel profondo ovviamente anche Arturo, che da quel momento di sconforto prende spunto per scrivere, quasi di getto, un testo che vuol andare oltre la vicenda in sé per diventare un grido contro l’apatia, contro tutte le omologazioni per spingersi appunto “oltre i margini”. Un invito ad essere liberi, liberi di scegliere, di vivere e di non rinviare a domani quelli che sono i propri sogni, a condividere con le persone che abbiamo a fianco i valori (sociali ma non solo) più alti; una tensione verso il “bello” e il “giusto” che non deve leggersi come “buonismo spicciolo”, ma consapevolezza che la vita corre veloce, che tutto può cambiare in un attimo e quindi vale la pena viverla fino in fondo questa vita, senza restare chiusi in nessuna gabbia, reale o virtuale che sia. Una storia di rivincite personali che possono nascere in qualsiasi momento. Dipende solo da noi. E se da piccoli “ci hanno fregato”, i margini possiamo romperli quando e come vogliamo. Come ha fatto Arturo con le sette note e una chitarra. Non sappiamo quanta visibilità riuscirà ad ottenere il suo lavoro di musicista nei prossimi anni, ma di certo questi due album sono la prova tangibile che Arturo la musica ce l’ha nel sangue. Lui lo sapeva da sempre, ora lo sanno anche gli altri. E se a volte si abusa della frase “il bello non è la meta ma il viaggio”, in questo caso ci sentiamo di confermarlo, il viaggio di Arturo Fracassa è un viaggio a colori, senza troppi margini o grandi rettilinei stretti e monotoni. Sarà un viaggio pieno di curve e sterrati polverosi Arturo. Ma vuoi mettere?

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Sara Velardo
  • Anno: 2018
  • Etichetta: Curti Arnaldo Srl / Minuta Records

Elenco delle tracce

01. Opplà

02. Credi nei miracoli?

03. Scriverò di te

04. Semplice

05. Il gigante dagli occhi blu

06. Maledetta nuvola

07. Trenta di aprile

08. Ninna nanna

09. Non so più il tuo nome

10. Libero

11. La tua vita gira

 

12. Giorni

 

Brani migliori

  1. Scriverò di te
  2. Libero
  3. Opplà

Musicisti

Arturo Fracassa (voce, chitarra acustica in #6)  -  Sara Velardo (chitarre acustiche, elettriche, basso, cori)  -  Fabio Zago (batteria)  -  Roberta Cartisano (Piano e tastiere in #1 e #8)  -  Giulia Larghi (violino in #3 e #5)  -  Piccolo coro di Asia Maggiore e Valentina Marton della Scuola di canto “Six Sound”