Dino Fumaretto
Sontuosità pianistiche tese e drammatiche, coniugate ad un istrionismo surreale: è questo soprattutto la musica di Elia Billoni, finalmente all’esordio ufficiale dopo un gran numero di frammentate autoproduzioni.
L’essenzialità sonora dell’album cerca di restituire l’anima della dimensione prima e ideale del progetto fumarettiano, quella dei live; tale anima vive di una peculiare “schizofrenia”, tra classicità poetica e testi stranianti, tra rigore distinto, dall’eleganza “regale” e colta, e dinamismo. Così nei brani, che racchiudono incursioni di clavicembalo, dal suono “calligraficamente” denso di storia, e il sapore folk dell’armonica a bocca, piano impetuoso, tocchi frizzanti di marimba e malinconie di harmonium, prendono forma brevi bozzetti visionari e agrodolci, che persino nell’uniformità rassicurante del “salmodiare” di alcuni brani celano una forza sferzante e amara come la perdita di senso della vita contemporanea.
Rare capacità “cantattoriali” sostengono il livello elevato e “sublime” della musica e, grazie ad un ottimo vigore espressivo, trasportano le canzoni sopra le righe, con un’enfasi che provoca un riso aspro e sarcastico sulle illusioni e i sogni delle «solite balle» (Nuvole e meraviglie), sulle miserie dell’efficientismo monotono imposto dal presente e sull’ «inconsistenza […] oscena» (Mostra) dell’arte di provincia.
In Fumaretto il contrasto tra finezza musicale ed ironia al limite del non-sense è più cupo e tormentato che in Elio e le Storie Tese, l’audacia delle interpretazioni rammenta Capossela o John De Leo, l’antiretorica imprevedibile ricorda l’amico Dente, mentre la virulenza polemica nascosta nella sostanza teatrale delle performance fa venire in mente il Gaber più pensoso. Ma sono solo suggestioni esplicative: il progetto manifesta infatti piena originalità.
Tra veglia e incubi in nero, sanità e follia, disincanto amaro (dietro apparenze falsamente innocue) e provocazione, queste canzoni divertono e stravolgono con la carica deformante che riversano sui contorni del reale.
Ascoltare questo disco, registrato da Andrea Rovacchi (Julie’s Haircut), è un’esperienza, oltre che un piacere.
01. Soffio di vento
02. Venite assassini
03. Vita in ufficio
04. Scorpione nero
05. Fuck the worl
06. Nella casa
07. Mostra
08. Ti ricordi il mio dolore?
09. Nuvole e meraviglie
10. Iiih!
11. Altri sogni neri
12. Immersioni
13. Sogno d’appendice
14. Omicidio
15. Always look on the bright side of life
Elia Billoni: voce, pianoforte, tastiere, armonica a bocca