Enrico Brizzi e Yuguerra
"L’arte è, prima di tutto, contaminazione": avranno molto probabilmente pensato questo Enrico Brizzi e Yuguerra (e la sua band) quando hanno deciso di mettere insieme le loro “arti” in questo progetto. Quello di cui stiamo parlando è La vita quotidiana in Italia, un “disco”, meglio dire un esperimento musical-letterario, in cui la capacità narrativa di Brizzi si fonde con il sound della band bolognese, in un nuovo soggetto che non è la semplice somma delle parti, ma un qualcosa in più.
Parole e musica sono sempre state l’una, l’altra faccia della medaglia dell’altra, due esseri che nel diventare interdipendenti davano vita alla forma canzone. Qui la questione però si fa più complessa, perché le parole non solo si appoggiano sulla melodia, ma la creano loro stesse; le parole sono già racconto, narrazione, storia e nel mescolarsi alla musica trovano semplicemente un nuovo canale di espressione.
Lo sfogo rock con cui le parole di Brizzi riprendono vita dalla carta dei suoi libri, partono da Bologna (Rialzati Bologna e Dio salvi Bologna) ma come è facile immaginare la città emiliana è solo il pretesto per un urlo arrabbiato e ironico sulla nostra attualità, e Bologna diventa Milano, Roma, Napoli o qualunque altra città d’Italia. Un dissacrante racconto impregnato di quotidianità, in cui la nostra società appare per quello che è: distorta, malata e in caduta libera verso un burrone molto profondo.
«Non sapevamo ancora a cosa ma giorno per giorno, ci stavamo preparando», tuona così Lo specchio della società, brano che con estrema lucidità riassume gli ultimi vent’anni del nostro Paese e, come si può immaginare, il quadro che ne viene fuori è molto lontano dall’essere rassicurante. Non sono però solo la rabbia e la delusione i sentimenti predominanti, commovente ad esempio è Lettera a Pertini, come pieno di futuro e speranza è il brano che chiude il disco Un’altra primavera.
Semmai qualcuno di noi non avesse ancora coscienza del fango in cui il nostro Paese sta annaspando da anni ormai, e avesse bisogno di un racconto irriverente, diretto e rock per rendersene conto, ecco questo è davvero il disco giusto. Da mettere ad alto volume, da far sentire agli amici, per tutti quelli che continuano, indifferenti, a non voler vedere.
01. Fino a un attimo prima sembrava
02. Dio salvi Bologna
03. La donna di pane
04. Lettera a Pertini
05. Lo specchio delle società
06. Silvio summer
07. Silicio Sigelli
08. Le vite degli altri
09. Non salutare chi non ti ama
10. Rialzati Bologna
11. Un’altra primavera