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The Roaming Reference

Laid Back

La musica strumentale, nell’immaginario comune è, o dovrebbe essere, sinonimo di “atmosfera”; l’assenza della parola impone ai musicisti che la eseguono, una ricerca tesa a creare immagini, a comunicare sensazioni, realizzando una sorta di tavola su cui stendere i propri colori, e lasciando all’ascoltatore il compito di leggerne i significati seguendo la propria sensibilità.

Laid Back, lavoro lungamente concepito e preparato senza fretta, raccoglie nelle sue dodici tracce l’immaginario di Roberto Buchicchio, Luca Del Maschio e Davide Manara filtrato dalle interpretazioni dei musicisti che lo accompagnano, creando di fatto una sorta di lavoro di gruppo in cui la chitarra, seppur ritagliandosi un ruolo di leggera prevalenza, spesso rimane addirittura sotto traccia; più dialogo che monologo, dunque.

Non siamo di fronte, peraltro, ad un sound derivativo delle esperienze fusion angloamericane, e neppure ad una riproposizione delle sonorità cosiddette “mediterranee” tout court; in realtà sprazzi di queste influenze si colgono qua e là, ma in maniera volutamente episodica, quasi a voler mantenere un contatto con le proprie radici senza però evidenziarlo in maniera palese.

Brani come Il Conte ed il successivo TdB (Testa di Basso), ad esempio, vanno a pescare nel jazz e nei tempi dispari cari al progressive, pur senza avere nè la stringatezza del primo, nè la (a volte) eccessiva prolissità del secondo. In questo senso anche Poirot si muove lungo le stesse coordinate.

Il suono dei The Roaming Reference è solido, preciso, a tratti anche ricercato, ma non eccede mai, non si avvita su sè stesso, non è assolutamente autoreferenziale e, impressione abbastanza netta, lascia volutamente spazi “vuoti”: per intenderci, un sax, piuttosto che un flauto o un violino, potrebbero tranquillamente inserirsi nel dialogo già esistente senza risultarne estranei.

Questa capacità di “giocare” con i pieni ed i vuoti permette alla band di offrire esecuzioni lineari, morbide si, ma non stucchevoli e nemmeno sovraccariche di suoni; merito anche degli arrangiamenti, molto sobri, che permettono ai musicisti di ritagliarsi spazi precisi e dinamici nel contempo: brani come Mom e Something like a blue light, anche nel loro differente andamento, evidenziano una sincronia solistica che, pur nella sua vivace complessità, non risulta mai essere pesante.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Enea “Il Conte” Bardi, Sergio “Sir Geeno” Ratti
  • Anno: 2009
  • Durata: 61:15
  • Etichetta: The Roaming Reference

Elenco delle tracce

01 Unconsciousness

02 Dreaming mandolone

03 Malizia

04 Il conte

05 TdB (Testa di Basso)

06 Mom

07 Something like a blue light

08 Poirot

09 Weird things

10 Flowing

11 Evening painting

12 Heavy doubts

Brani migliori

  1. Malizia
  2. Il conte
  3. Mom

Musicisti

Roberto Buchicchio: guitars Luca Del Maschio: bass Davide Manara: keyboards Sergio Ratti: drums
Enea “Il Conte” Bardi: percussion