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Marco Ragni

Land of blue echoes

Progressive e psichedelia distillati, mescolati e rivolti al futuro, proprio restituendo un senso compiuto alla parola “progressive” che, almeno in teoria, non dovrebbe mai rivolgersi del tutto al passato ma dopo averne assorbito le influenze guardare avanti, osare, tentare nuove strade, nuovi percorsi. Marco Ragni, polistrumentista rodigino “on the road” da più di un trentennio, ha attraversato più o meno tutte le tappe che lo hanno condotto alla cifra espressiva presente nel suo ultimo lavoro Land of blue echoes: la fascinazione giovanile per quei gruppi “strani”, all’epoca assolutamente non “di moda”, ma che hanno marchiato intere generazioni; l’ampliamento progressivo dei propri gusti musicali verso altri generi, il funk ed il rock psichedelico; il passaggio da una situazioni artistica di gruppo a quella solista vera e propria, all’interno della quale essere realmente il “pilota” della propria astronave, decidere la rotta, ipotizzare gli obbiettivi e, per fare ciò, circondarsi volta per volta di musicisti non solo tecnicamente abili ma soprattutto capaci di comprendere ed interpretare le idee e le pulsioni artistiche loro sottoposte.

Il risultato di questo lungo percorso sono le nove tracce contenute in questo album. Ragni catapulta l’ascoltatore in una sequenza di spazi differenti in cui gli strumenti si inseguono l’un l’altro creando situazioni sonore a volte davvero bizarre: in questo senso l’opening Between moon and earth è un’interessante mescolanza di prog e funk, con ampi riferimenti alle colonne sonore “spaziali” degli anni ’70. Volendo offrire un punto di riferimento comprensibile, il genere proposto è assimilabile, in alcuni passaggi, a quello che i Calibro 35 hanno proposto con il loro ultimo album, S.P.A.C.E., da cui Land of blue echoes si differenzia intanto per la presenza del cantato e poi per un differente tipo di arrangiamenti, per certi versi assai più elaborati e meno diretti.

Amante dei Pink Floyd, certamente, ma non dipendente da essi proprio perché quella lezione, sicuramente assimilata anni fa, ha subito nel tempo una graduale trasformazione: il neo-prog, poi il prog-metal, definizioni che servono non tanto a definire, quanto a far comprendere, il percorso artistico compiuto. All’interno dei brani proposti ci sono, certo, gli echi degli anni ’70, schegge degli anni ’80 ma soprattutto una elaborazione sonora e strutturale moderna e attuale che denota la capacità di ascoltare la musica “che gira intorno” e di coglierne gli aspetti più interessanti ed intriganti. In quest’ottica i musicisti che affiancano Ragni in questo album ci mettono davvero del loro creando situazioni e scambi sonori intricati, ma nel contempo di facile comprensione anche per un ascoltatore non strettamente “addetto ai lavori”. Mettetevi comodi, perché il viaggio comincia, anzi continua…

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Nick Katona    
  • Anno: 2016
  • Durata: 74:42
  • Etichetta: Crowmusic/Melodic Revolution Records

Elenco delle tracce

01. Between moon and earth
02. Horizons
03. Land of blue echoes
04. Money doesn’t think
05. Canto d’amore
06. Deep night
07. Beltane
08. Nucleus Pt. 1-8
09. Queen of blue fires

Brani migliori

  1. Between moon and earth
  2. Horizons
  3. Nucleus Pt. 1-8

Musicisti

Marco Ragni: vocals, electric guitar, acoustic guitar, bass, piano, keyboards, lap steel guitar, greek bouzouki  -  Durga McBroom: vocals, back vocals  -  Peter Matuchniak: electric guitar, acoustic guitar  -  Jeff Mack: bass  -  Jacopo Ghirardini: drums  -  Fernando Perdomo: guitar  -  Vance Gloster: keyboards, organ  -  Colin Tench: electric guitar  -  Hamlet: keyboards, bass