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Marianne Mirage

Le canzoni fanno male

Una nuvola di capelli riccissimi anni ’70 e un completo pantalone sobrio ed elegante dietro alla fedele chitarra, la mitica Gibson 335 rossa, fanno da contorno sul palco dell’Ariston ad una voce intensa ed emozionante. La bella interpretazione di un brano intelligente sull’amore e, in particolare, sulle canzoni d’amore non basta tuttavia a far approdare Marianne Mirage alla finale della categoria Giovani di un festival di Sanremo dai verdetti piuttosto prevedibili, ma le vale il meritatissimo premio MEI e, soprattutto, il favore del pubblico che poi è quello che ascolta i dischi e li fa volare nelle classifiche e in radio. Il giorno dopo l’inaspettata uscita dalla gara, sui social sono stati migliaia i commenti a favore dell’artista che l’hanno portata al primo posto dei trend topic di Twitter e da subito il singolo Le canzoni fanno male si è mosso molto bene nelle classifiche di ascolto e sulle varie piattaforme.

Uscito il 10 febbraio, due giorni dopo l’esibizione sanremese e solo in digitale, l’EP di Marianne Mirage (nome d’arte di Giovanna Gardelli) prende il titolo dal brano presentato all’Ariston e contiene anche altre quattro canzoni che lei stessa definisce come “polaroid” del proprio tempo. La poliedrica artista di Cesena, musicista nonché designer, ballerina e attrice laureata in filosofia, con queste tracce segna un passaggio importante nel percorso che muove dal suo primo album Quelli come me (Sugar, 2016) e prosegue verso il prossimo lavoro discografico già in preparazione.

Le canzoni fanno male, brano scritto per lei da Francesco Bianconi (Baustelle) e Kaballà è un pezzo grintoso fra atmosfere soul e ritmi pop, con un ritornello accattivante che rimane in mente fin dal primo ascolto. È un modo per rivelare una personalità determinata ed emotiva allo stesso tempo, mal celando in fondo una nota di verità: quante volte la musica ci ha colpiti direttamente al cuore, vuoi per una frase, un’atmosfera, una parola che magari ci ricorda un episodio, una persona che non è più nella nostra vita, una parte importante del nostro vissuto? E il più delle volte il ricordo è ricco di nostalgia e di struggimento, perché, per citare nientemeno che Luigi Tenco, quando un artista è felice fa altro che scrivere canzoni.

Il brano Un’altra estate è dedicato ad una storia senza lieto fine, tra vivaci sonorità R&B e versi brevi e scarni che rimandano a sensazioni precise, "Autostrada / silenziosa / soffia un vento di scirocco ma sento freddo "  ed evocano immagini nitide come in un film o un videoclip “non vedi / come scorrono dei titoli di coda sopra noi/siamo foglie perse nel vento”. L’ultima notte è invece una ballata dolce e romantica che rivela le splendide doti interpretative della Mirage e si apre in un ritornello vivace e pop che dà spazio alla sua voce grintosa e duttile, dalle mille sfumature. In tutte le cose evoca invece atmosfere anni ’60, strizzando sapientemente l’occhiolino  a certe interpretazioni d’epoca di Mina o Rita Pavone (o per restare “in casa Sugar” della stessa Caterina Caselli agli esordi), mentre la canzone che chiude il lavoro, l’intensa Corri qui eseguita solo voce, pianoforte ed archi (e già presente nel precedente album, ma in una diversa versione), fa parte della colonna sonora del nuovo film per la tv di Pupi Avati, Il fulgore di Dony.



“Questo inverno non potrà portarmi via”
canta Marianne, “Ti rivedrò, promettilo, io ci sarò, farò il contrario di quello che si aspettano” e allora, fidandoci di lei, del suo talento e della sua tenacia, non ci resta che cominciare a conoscere questa giovane e interessante artista aspettandoci solo nuove e, ne siamo certi, piacevoli sorprese.

Foto da www.sugarmusic.it e repubblica.it

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Tommaso Colliva, Riccardo Damian
  • Anno: 2017
  • Durata: 15:00
  • Etichetta: Sugar

Elenco delle tracce

01. Un’altra estate
02. Le canzoni fanno male
03. L’ultima notte
04. In tutte le cose
05. Corri (from “Il fulgore di Dony”)

Brani migliori

  1. Le canzoni fanno male
  2. In tutte le cose