Ila & The Happy Trees
Partono le primissime note di Stop this fire e la parola folksinger esce quasi da sola, a rappresentare con immediatezza quanto si andrà a sentire all’interno delle quattordici tracce di Le scarpe rosse, nuovo lavoro di Ila & The Happy Trees, quinto album di una discografia che, dal 2007, anno del debutto ufficiale, inizia ad essere davvero sostanziosa. I paragoni potrebbero essere davvero molti e lascerebbero comunque il tempo che trovano: inutile soprattutto scomodare le artiste della west coast, se non fosse che, sarà un caso, ma la presenza del mare (Mar Ligure vs. Oceano Pacifico…in certi giorni di mareggiata si può fare!) forse non è né casuale né irrilevante.
C’è un velo di malinconia impalpabile, quasi strisciante e forse questo è un lascito, per quanto remoto, della “scuola genovese” e quindi c’è tutta la Liguria, con le sue coste rocciose, le montagne aspre, i paesaggi duri sui quali il tempo che passa lascia i suoi segni. Ci sono anche, però, una dolcezza ed una tenerezza mai zuccherose, quasi materne, come se ogni pezzo fosse il risultato di una sorta di “parto” lento, meditato, ma del tutto naturale. Ed allora un po’ si racconta la vita, un po’ si raccontano storie, attraverso la voce di Ila: gli interventi strumentali sempre molto calibrati dai suoi Happy Trees e le “incursioni” degli ospiti vanno ad arricchire, mai a sovraccaricare, i brani in cui prestano la loro voce o i loro strumenti. Unico neo, volendo proprio trovarlo, può essere il fatto che lo spazio lasciato ai singoli strumenti sia molto limitato e che quindi i brani abbiano, questo è vero, una quadratura molto precisa, ma che rischia di risultare un po’ troppo schematica e priva di guizzi.
Le scarpe rosse è un lavoro organico, in cui anche All apologies, cover dei Nirvana, trova una logica e valida collocazione. Un album ben realizzato, con alcuni momenti emotivamente più coinvolgenti ed altri passaggi che si rivelano più meditativi e riflessivi; arrangiamenti asciutti ed essenziali, una produzione nitida in cui si colgono bene i dettagli senza mai peraltro perdere di vista l’insieme. Nel solco della tradizione cantautorale Ila & The Happy Trees confermano e ribadiscono le loro caratteristiche e con questo lavoro, ma potrebbe essere un’impressione, pare vogliano chiudere un periodo, un tratto di strada, durato quasi dieci anni. L’impressione è che, dal prossimo episodio, possano, e forse debbano, cambiare alcune cose e la direzione che si andrà ad imboccare possa essere, per certi versi, differente e portatrice di nuove suggestioni. Per saperlo bisognerà attendere…
01. Stop this fire
02. L'uomo senza memoria
03. Dovessi andarmene
04. Hai mai pensato
05. My way home
06. Antonio
07. I will wait
08. Non sono il tuo nemico
09. Ho paura (ft. Edoardo Cerea)
10. Diverso
11. Lasciala andare (ft. Israel Varel)
12. Dream Now
13. All apologies
14. The man who
Ila: vocals, acoustic guitars, electric guitars, drums programming, synths - Lorenzo Fugazza: guitars, acoustic guitar, back vocals, ukulele, mandolin - Paolo Legramandi: bass - Teo Marchese: drums, percussions, organ - Francesco Chebat: Hammond, acoustic piano, synth, electric piano, celesta - Daniel Plentz: body percussions - Jerry Holmes: mandolin, electric guitar, Hammertone - Edoardo Cerea: vocals - Israel Varela: vocals - Marco Olivi: bass