Roberto Santoro
Lo sguardo che appare nelle foto
della copertina e del libretto è quello di una persona fiera e conscia dei
propri talenti. Roberto Santoro ha
trentasei anni, un’esperienza nei locali milanesi, un’attenzione da parte di Angelo
Carrara ed un orecchio teso di Mauro
Pagani: l’ascolto attento del suo primo lavoro, L’elisir del passionario, è necessario. E l’ascolto non delude sia
per le buone liriche che per le musiche (al cui arrangiamento ha messo mano
proprio Mauro Pagani). Tutto l’album è brioso, ricco di passaggi allegri e
stimolanti, con la fisarmonica di Saro Calandri nel posto giusto (in Non credo che sia stato Andrea, ad
esempio) oppure con il violino di Pagani in Tritacuore
che riesce a dare un tocco di malinconia ad un brano musicalmente mosso eppure
dal testo triste. L’intro della tromba suonata da Simeone Riva è delicato ed
apre le porte ad una canzone suadente e suggestiva come Cesare Pavese, che contempla un bel tiro jazz, giocato con il
contrabbasso di Flavio Zanon ed il pianoforte di Eros Cristiani (senza
dimenticarci della presenza della potenza e della fantasia di Water Calloni,
alla batteria in quasi tutti i brani dell’album).
Un plauso particolare per Addio Milano, addio, con un testo triste ed arrabbiato nei confronti di una città
in cui sempre più difficile vivere. Le parole sono amare anche se, nonostante
tutto, la ricerca della speranza è sempre dietro l’angolo. Il brano che dà il
titolo all’album, L’elisir del
passionario, descrive l’amore in maniera molto originale e la musica si
sostiene in particolare grazie al suono leggero del pianoforte ed al senso di
malinconia dettato dal violoncello, non invadente ma assolutamente essenziale
nell’economia del brano. L’elisir del passionario è un ottimo lavoro, con idee
musicali valide, con liriche non banali, supportato da una produzione ricca di
inventiva e di qualità. E rende bene lo “slogan” di Charles Baudelaire presente nella libretto: “di vino, di poesia o
di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi”.
01. Non credo che sia stato Andrea
02. Navigante di te
03. Giulia già se ne va
04. Il tritacuore
05. Cesare Pavese
06. Il tuo seno
07. Il mistero di Ledia
08. L’elisir del Passionario
09. L’alchimista
10. Addio Milano, addio
11. Il tritacuore, versione strumetnale
Roberto Santoro:
voce, chitarra acustica, classica, elettrica
Mauro Pagani: bouzuki,
violino, chitarra acustica, percussioni
Eros Cristiani:
pianoforte, fisarmonica, Hammond
Eugene Rutherford:
basso, piano elettrico
Saro Calandri:
fisarmonica
Walter Calloni:
batteria, percussioni
Claudio Giacomazzi:
violoncello
Markelian Kapedani:
piano elettrico
Flavio Zanon:
basso, contrabbasso
Sergio Carnevale:
batteria, percussioni
Simeone Riva:
tromba, flicorno
Maurizio Maniglia:
chitarra elettrica