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Panther & C.

L’epoca di un altro…

Arrivano da Genova, una città che definire semplicemente “crocevia” è forse limitativo ed in cui la musica, come del resto le navi, transita da tempi immemorabili. Ed arrivano da lontano perché non sono più “di primo pelo”; certe storie le hanno vissute in prima persona e tanti personaggi li hanno conosciuti in quanto persone, prima ancora che come musicisti. Amano i Genesis, non ne fanno mistero, ma non si sono fermati lì, perché la musica, come la storia, è andata avanti, ha cambiato pelle ed anche contenuti, ma soprattutto perché se la curiosità verso il nuovo ti ha avvicinato a determinati suoni, sarà la stessa curiosità a farti allontanare da loro, verso altri nuovi e differenti suoni, quelli che avranno la capacità di farti scattare, ora come allora, qualcosa dentro. Si sono presi tutto il tempo che hanno voluto, perché la fretta non sempre ti permette di mettere su carta quello che hai nella testa, ma soprattutto non hanno esagerato, perché non tutto quello che metti su carta, poi, vale la pena di farlo transitare attraverso un amplificatore; è stato un lavoro artigianale, e dunque prima bulini, scalpelli e sgorbie, per sgrezzare il materiale, poi il cesello, per dare il tocco finale.

L’epoca di un altro… l’album che vede finalmente i Panther & C. uscire allo scoperto nel mondo discografico, non è un concept-album, non è una suite, non è un lavoro particolarmente complesso, ma è la messa in musica di cinque percorsi musicali che hanno permesso ai membri del gruppo di iniziare a lavorare insieme, di fondere le loro radici senza che se ne perdessero le caratteristiche.

C’è già dall’incipit quel tocco romantico/malinconico che è un po’ figlio dei percorsi musicali ed anche forse parte del dna di una città che ha sempre avuto, nella malinconia del paesaggio e della sua conformazione, un tratto distintivo da cui gli artisti non hanno potuto sottrarsi. Se si mettono insieme i brani e l’artwork della copertina, è forte la sensazione di un passato svelato e dal quale viene rimossa la patina del tempo, perché la musica del quintetto genovese parte, come detto, da molto lontano, ma guarda altrettanto lontano.

Musicisti come navigatori dunque, e l’origine della band in questo senso aiuta parecchio nel parallelo; navigatori che vivono e si muovono in un continuo equilibrio fra le radici, solide e certe, del loro passato, e l’incertezza, affascinante di ciò che vanno a ricercare. Questo equilibrio precario è poi, alla fine, la molla che permette il movimento, il viaggio, l’innesco che fa sì che si abbandonino le certezze per andare incontro all’incertezza. Qualcuno, lungo il tragitto, scende dalla nave, ed allora Roberto Sanna lascia il posto a Stefano Alpa seduto alla batteria, ma la necessità di portare in giro questo lavoro fa sì che la band, oltre a proporre i brani dell’album abbia già realizzato un paio di brani nuovi, che verranno presentati dal vivo, probabile preludio a nuovi lavori e questo perché, quando la macchina è in moto, poi, è molto difficile fermarla.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Panther & C., Gianluca Polizzi    
  • Anno: 2015
  • Durata: 37:26
  • Etichetta: Autoprodotto/Black Widow Records

Elenco delle tracce

01. Conto alla rovescia
02. Mariam
03. Il volo di Mariam (strum.)
04. Dik
05. La leggenda di Arenberg

Brani migliori

  1. Il volo di Mariam (strum.)
  2. Dik
  3. La leggenda di Arenberg

Musicisti

Alessandro La Corte: tastiere  -  Riccardo Mazzarini: chitarre  -  Roberto Sanna: batteria  -  Giorgio Boleto: basso  -  Mauro Serpe: voce, flauto traverso