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Carmelo Amenta

L’erba cattiva

L’Erba cattiva è il disco d’esordio del siracusano Carmelo Amenta e si presenta con una copertina patchwork dall’aspetto molto colorato, un collage di tanti frammenti diversi, un po’ come lo stile di questo disco, che se può definirsi rock è in realtà pieno d’influenze diverse che spaziano dal blues al jazz, dalla ballad all’indie; all’ascolto presenta virate di stile e sterzate improvvise anche all’interno di uno stesso brano che possono a volte lasciar spiazzato l’ascoltatore.

Musicalmente a farla da padrone sono le chitarre elettriche, a tratti ostinate e ossessive, a volte più lievi e oniriche, ma non mancano momenti di stasi o più intimi, dove emergono languide note di pianoforte o perentori giri di basso, analogo discorso vale per la voce di Carmelo spesso graffiante o distorta, poi all’improvviso malinconica e sofferta.

Vediamo, però, di affrontare questo percorso a zig zag con curve e controcurve improvvise: si apre con Memorie del giorno in cui sono morto, brano dalle sonorità molto dure alternate però ad aperture che sanno quasi di balera con l’uso inusuale della fisarmonica; più melodica è La stessa storia, canzone che potrebbe essere nelle corde di Ligabue, mentre notevolmente più originale è A volte, curiosa nel ritmo martellante che a tratti suona quasi jazz e a tratti rock in una maniera sicuramente sfuggente. Strade guarda in maniera dissacrante il mondo circostante e lo fa con un andamento iniziale quasi ubriaco e ondeggiante prima di virare a un tirato rock.

Dopo un brano così c’è bisogno di una tregua ed ecco arrivare l’intima Domande.Una bella intro di basso ci apre la strada a Marcia nuziale, canzone che mi ricorda molto il Bennato degli esordi; ma quando si crede di aver trovato un appiglio ecco subentrare tocchi delicati di pianoforte a scompigliar le carte. Ha un ottimo groove la partenza di basso di Quali bambole?, ma Amenta ama sperimentare, ed allora ecco entrare a tratti dell’elettrico rock. Affascinante è invece l’inizio e l’intero sviluppo di Non è niente, che parte con il rullare della batteria, per lasciar spazio poi a poderosi accordi di pianoforte fino all’arrivo di una sognante chitarra elettrica. Ci sembra quasi di aver capito dove Carmelo vuole andare a parare, ma ecco colpi di basso a scompigliare il gioco, e così via lungo tutto il brano.

È ora di chiudere e Amenta lo sa, Si chiude è, infatti, il titolo del pezzo conclusivo che è un canto d’amore, quasi a voler sottolineare che anche dove c’è sperimentazione non può comunque mancare il motore primo del mondo. Non so se sono riuscito a dare un minimo d’idea di cosa sia L’erba cattiva, ma non era impresa facile, è un disco in cui c’è il coraggio di sperimentare ma in cui non tutto poi riesce forse pienamente comprensibile e commestibile. Varrà comunque la pena seguire l’originale percorso creativo di quest’artista siracusano.

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In dettaglio

  • Anno: 2010
  • Durata: 30:57
  • Etichetta: Barbie Noja Records / Engine of Saturation Records

Elenco delle tracce

01. Memorie del giorno in cui sono morto

02. La stessa storia

03. A volte

04. Hombre

05. Strade

06. Domande

07. Marcia nuziale

08. Quali bambole?

09. Non è niente

10. Si chiude

 

Brani migliori

  1. A volte
  2. Quali bambole?
  3. Non è niente

Musicisti

Carmelo Amenta: voci, chitarre Salvo Minnella: pianoforte, fisarmonica, voci Daniele Sorce: basso Daniele Di Natale: batteria Alberto Minnella: voci, cori