Minnie’s
Dopo svariati lavori, tra demo, ep e split cd, finalmente le alchimie rock dei Minnie’s, che innestano su basilari ritmiche punk fioriture più melodiche dai colori accesi, trovano maggiore visibilità con questo disco, inizialmente pubblicato per la Sangue Disken.
Il singolo sferzante Per cosa si uccide,porta il titolo di un romanzo di Gianni Biondillo del 2004, che mette a fuoco omicidi e miserie della periferia milanese. E di Biondillo per Milano nel booklet del cd ecco un’anomala dichiarazione d’amore, che ne fa una città «incattivita» e «spaventata dai mutamenti repentini» che non ha potuto comprendere, «crudele, dura, ma sincera».
Nella vorticosa Milano è peggio invece la capitale meneghina è associata alla morsa di un lavoro non amato, che si fa antitesi dei sogni. Non è un caso: scorre e cola di traccia in traccia nel cd un’amarezza vischiosa e insidiosa, che riflette spesso proprio sulla rinuncia ai sogni, che il tempo ha sbiadito lentamente o ha frantumato in un attimo, così come sulla superficialità dei rapporti, come scelta ma anche rassegnazione, su un trascinarsi che è solo tedio da cui liberarsi (Sono solo sonno), o su quel «sorriso per tutti», che è solo «una strana espressione del viso e non sa di felicità» (È il sorriso x). Eppure nella traccia di chiusura ci si scrolla di dosso la zavorra umida delle delusioni, cercando di inneggiare a «giorni migliori».
Nelle dodici canzoni si ascolta un hardcore punk impetuoso, che, più che suonare animoso, sembra essere valvola di sfogo delle tensioni nella vertigine del ritmo; esso si concede a volte rallentamenti più tipici dello ska-p, o amplifica l’apparente solarità di ritornelli e bridge power in una versione melodic del genere, che a tratti si fa apertamente più cordiale pop-punk.
D’altronde il punk, seppur perseguito dalla band milanese con rigorosa fedeltà, si può permettere in tempi postmoderni meno ortodossie di una volta. Così, se Dentro o fuori è riadattamento/omaggio coerente a Death or Glory dei Clash (con recitato di Luca “Bean” Barcellona), il basso e il ritornello dondolante di un brano come Se arriva il temporale hanno un gusto post-punk à la Cure.
Cambia anima e pelle Senza paura¸ firmata Vinicius de Moraes-Toquinho e classico della Vanoni: con il cameo del Genio diventa persino raffinato indie-pop, che nelle strofe conserva cadenze “latine”, mentre nel ritornello brucia la miccia per esplodere nel punk più effervescente.
Uno dei brani migliori del disco è inoltre una perla quasi shoegaze, l’introversa ballad Mai più fiori scuri, che si gonfia del pathos di chitarre distorte, senza parole, eppure senza equivoco, dopo essere partita come asciutta istantanea di un malessere tra sinuosità di basso (non dissimile alle Polaroid evocative, che, tra mappe, figurine e foglietti compongono l’artwork di Heartfelt come un collage di ricordi disserrati da un cassetto per un bilancio sulle possibilità mancate). E la title-track è una mid-tempo aspra, i cui muri di chitarre lasciano una sensazione di doloroso ostacolo.
I Minnie’s suonano autentici, come la loro costanza, mentre là fuori gli emo-posers fanno i figuranti delle classifiche, per fingere una sanità del mercato discografico.
01.Per cosa si uccide
02.Hey
03.Lasciatemi
04.Se arriva il temporale
05.Senza paura
06.Baciami sapido
07.L’esercizio delle distanze
08.Sono solo sonno
09. È il sorriso x
10.Milano è peggio
11.Mai più fiori scuri
12.Dentro o fuori
Luca: voce, chitarra
Yuri: voce, percussioni, tastiere, chitarra
Dani: basso, voce recitante in 10
Ale: batteria
Rui: batteria
Alessandra Contini: voce in 05
Gianluca De Rubertis: tastiere in 05
Luca “Bean” Barcellona: voce in 12