Cranchi
Un artista dall'ampio respiro tematico che esula dalla prevedibilità, ammiccando l'orecchio con fascinose visioni quadrangolari è l'evidente pregio che si riscontra nei solchi di L'impresa della salamandra, quinta opera del mantovano Cranchi (Massimiliano), il quale non tralascia di ricamare il racconto testuale con tratteggi d'impegno civile e griffe letterarie, con un occhio alla tradizione e l'altro rivolto ad innesti moderni, col risultato di un trade-mark decisamente distinguibile e consolidato negli anni. Svela il percorso dell'album col severo country-blues di Atacama, dai connotati mantrici ed amene folate strumentali che già delineano matrici cantautorati poco convenzionali, mentre Ushuaia è confezionata con piano ed archi ed improvvisi fragori trillati. Invece, sia Mantova che Aldo hanno un taglio de gregoriano, con suggestioni descrittive che innalzano la linea melodica verso picchi contemplativi. Per Eridano, Cranchi opta per arpeggi lineari e sfumature d'effetti, per spostare la rilevanza argomentativa sull'umanità, con l'ineluttabile epilogo finale che ci attende a fine corsa, mentre tutto scorre con inossidabile continuità.
I viaggi di Massimiliano attingono spesso al metaforico e all'onirico, restando comunque al timone di un veicolo aderente alla realtà, trovando sempre un collante tra ieri e l'oggi attualizzato, tra riti e miti, tra storia ed avanguardia. Traendo ispirazione da un canto alpino, Ta pum goccia di nostalgia, dell'anelito fremente di chiudere con inutili guerre e speranze incerte, di attese snervanti per l'alea incombente. In chiusura, il singolo estratto A te che aspetti il treno poggia su rullate rock unite ad un narrare deciso e convincente, con annesso il quesito consolatorio dell'impotenza di fronte alle occasioni perse, ricorrendo alla comoda persuasione che, magari, quel treno desiderato (e perso) non ci apparteneva. Tout court, quelle di Cranchi non sono più le Spiegazioni improbabili dell'opera precedente ma, semmai, delucidazioni qualitative di come si possa amalgamare osservazioni innovative e trattati di gran rilievo perorando, umilmente, il ritorno della bella tradizione cantautorale di cui, francamente, si erano perse le tracce da un bel po'.
01. Atacama
02. Ushuaia
03. La Boje
04. Mantova
05. Aldo
06. Eridano
07. Ta pum
08. A te che aspetti il treno
Massimiliano Cranchi: voce, chitarre, pianoforte - Marco Degli Esposti: chitarre, fisarmonica - Simone Castaldelli: basso - Luca Zerbinati: pianoforte , tastiere - Fausto Negrelli: batteria - Alessandro Gelli: violino - Andrea Del Vescovo: tromba - Nicola Govoni: contrabbasso - Silvia Belluco: voce in "La boje"