Vanderlei
I Vanderlei sono un gruppo di Bologna al debutto discografico, nonostante suonino da tempo e abbiano alle spalle un ep autoprodotto datato 2008 e una buona reputazione nel circuito underground emiliano. Incidono per l’etichetta romana Cinico Disincanto che, negli anni, ha sempre cercato di valorizzare il potenziale di artisti interessanti.
“L’inesatto” è un album che necessita di una lettura approfondita in quanto al primo ascolto può risultare un po’ respingente. La produzione artistica è di Paolo Benvegnù e si sente la sua influenza in alcune sonorità dolenti e inquiete: in “Pittori”, in cui alle chitarre distorte più o meno presenti in tutte le tracce si uniscono i violini o ne “Il fascino dell’attimo” in cui la tensione rock è venata di una certa frenesia. “Il dunque” è uno degli episodi più ruvidi mentre “Gioco” è in bilico tra echi noise e atmosfere rarefatte.
I testi appaiono a volte criptici, con immagini che tradiscono velleità poetiche, ma che spesso sono dirette e sfrontate : «Scopami la mente/ lascia un seme tra i miei lobi/ fottimi la mente / lascia un seme di luce in me» (Lobi) che rimandano a tratti alla maniera compositiva di Manuel Agnelli. La prima traccia, “Cedere”, è un energico biglietto da visita che contiene in sé tutte le caratteristiche sopracitate; “Graffi”, il pezzo che chiude la tracklist, è una ballata post- rock dolente e disincantata: «Ma se a volte temo il volo/ non è detto che non abbia le ali /solo le tengo strette a me».
Di sicuro i Vanderlei hanno tracciato una strada da seguire che per ora sembra essere parzialmente in nuce, pronta ad accendere la curiosità di un ascolto dal vivo. Nonostante la presenza di episodi degni di nota e la indubbia bravura dei musicisti, la sensazione generale è che si faccia un po’ fatica ad arrivare in fondo e che manchi una certa incisività nei brani che non si distinguono troppo l’uno dall’altro. Trattandosi di un debutto però, c’è tutto il tempo per aggiustare il tiro senza dimenticare che siamo di fronte a dell’ottimo potenziale.
01. Cedere
02. L´inesatto
03. Il dunque
04. Pittori
05. (gioco)
06. Santissimo dubbio
07. Il fascino dell´attimo
08. Lobi
09. Graffi
Cristian Volpi: voce, chitarre Massimo Gandolfi: chitarre, armonica, fender, rhodes Stefano Franchi: chitarre, voce, armonica, violino, evanescenze Pietro Gualandi: bassi, chitarre, flauto, diamonica, organetto Vincenzo Matozza: batteria Paolo Benvegnù: cori, chitarre, organetto, orchestrazioni Emanuele Agatoni: violino Denise Fagiolo: cori