Bobo Rondelli
Il cantautorato toscano ha in Piero Ciampi il suo più illustre rappresentante del passato, e in Bobo Rondelli il suo “erede” più valido. La Toscana più godereccia e scapestrata è ben raccontata nelle storie di Rondelli, narratore fine, ironico, che sa fare benissimo quello che i cantastorie fanno da secoli: trasformare la vita in canzoni, scrivere di quello che si vive.
E scrivendo di “vita” attraversata in ogni angolo, ne va da sé che quello che ne scaturisce è verità. Non che poi sia davvero rilevante se le storie descritte da Rondelli siano vere o frutto di una grande capacità narrativa, ma certo è che il risultare “credibile” è una delle più belle sensazioni che l’ascolto di una canzone può dare.
In questo L’ora dell’ormai Rondelli mette un po’ in un angolo i temi a cui ci ha abituato per riscoprire tutta la profondità del canto d’amore. Il dolore tagliente dell’abbandono, la nostalgia che c’è dentro ogni addio, la leggerezza di un amore che “suona musica”, un’esplorazione del sentimento da sempre più cantato che in tutto il disco non ha mai un episodio stonato o non convincente; passando attraverso stanze fatte di atmosfere, profumi, colori differenti ma complementari. Atmosfere che bene Rondelli riesce a ricoprire di un vestito musicale appropriato, usando sapientemente gli stili per narrare ogni singola storia, ed ogni sua più piccola suggestione. E per questo si passa dal folk tutto toscano della ballata L’albero (poesia di Giorgio Caproni), al sax jazzato del canto d’amore per la sua città Livorno nocturne, allo swing molto americano di Blu o di Bambina mia. Un intreccio di mondi musicali che Rondelli ben sa avvicinare, e a volte piacevolmente mescolare.
Se Canto di un padre narra il pudore lieve ma intenso di chi nell’età adulta, che dovrebbe essere sinonimo di certezze e pochi timori, si trova in difficoltà a chiedere aiuto e sostegno al figlio; il brano Tu mi fai cantare è invece una dolce canzone d’amore, quello di tutti gli inizi, innamorato e appassionato. Amore che diventa abbandono nell’ultimo brano, che dà il titolo al disco, uno splendido addio, quando “ormai è troppo tardi”, per le certezze che se ne vanno, troppo tardi anche per piangere, e soprattutto per continuare ad amarsi.
Un album scritto con la maestria di un grande cantastorie, di chi ha capito che le canzoni, nostalgiche, arrabbiate, che siano di impegno o d’amore, servono principalmente a cantare la vita.
www.boborondelli.it
01. Per amarti
02. L’albero
03. La giostra
04. Canto di un padre
05. Sporco denaro
06. Angelo azzurro
07. Livorno nocturne
08. Bambina mia
09. Franco Loi
10. Si a me delle donne
11. Tu mi fai cantare
12. Blu
13. L’ora dell’ormai