Jang Senato
Potremo partire dal lieto fine, cioè gli Jang Senato finalisti al Premio Tenco 2011, categoria migliore opera prima. In realtà, per una band attiva da molti anni (al 2007 risale la rivelazione con la vittoria al Premio Fabrizio De André), e che da tempo cercava la sua giusta introduzione, questa fatidico “esordio ufficiale” ha il sapore consapevole di un riconoscimento alla carriera: Lui ama me, lei ama te è la scrematura, uno snello best of di quattro anni di apprezzamenti, sfortuna e molta perseveranza. Ma soprattutto è la conferma della famosa sentenza di quell’inno alla musica sposata al sentimento che fu Shine di Scott Hicks: l’amore vince su tutto.
Un canzoniere di pop cristallino, asciutto ed evocativo, che mira a celebrare, più che narrare, ogni sfumatura dei rapporti di cuore, a prescindere dal numero di persone coinvolte, della riuscita di una relazione, del tempo usato, sprecato, dilaniato nel confronto con l’innamoramento. Il comandamento, in questa visione quasi spirituale dell’incontro (non a caso l’enigmatico abito da prelato in copertina) è la necessità di fissare in poesia l’effimero incanto dell’intimità, con ironia e lacrime vere. Autenticità e favola vanno a braccetto in una realtà mai persa di vista («e non mi importa se perdo il lavoro, tra le tue braccia sento che volo»), anzi indagata e salvata dall’occhio sensibile di Davide Gulmanelli, alfiere di un songwriting fragile e saggio. Non vi ingenuità, improvvisazione, semmai un accurato lavoro a cloisonné, nell’incapsulare gemme pop di tre minuti in nicchie di accordi acustici e decorazioni calorose di cori e synth.
L’incanto emotivo e la maestria compositiva raggiungono sicuramente un vertice in Respirare, probabilmente una delle migliori canzoni italiane del decennio, qui ritrovata dopo esser stata per anni un secret classic suonato nelle cantine e ai falò di mezza Italia. La progressione ritmica ricorda l’universo che lega Brian Wilson agli Smiths, il cantato innalza a sfoggio di delicatezza quell’erre moscia tanto violentata da Guccini, e il sole viene dato e tolto dalle strofe, per poi trionfare in un ritornello di infallibile bellezza.
Non tutto è oro, sia chiaro, tra queste minute dieci tracce. Ma il titolo del disco ribadisce il vero pensiero Jang Senato: esaltare quella coerenza interiore che, nonostante i conflitti e le ambiguità, solo l’amore può scovare e trainare, in quanto unica azione inequivocabilmente degna di esser condivisa.
Ottimo regalo per chiunque abbia da farsi perdonare qualcosa o abbia troppi debiti con i fiorai della città.
01. La bomba nucleare
02. Respirare
03. Lamericano
04. Un tempo
05. Io e te
06. Agata
07. Tempi buoni
08. La coperta
09. Gli amanti nuovi
10. Meno di un treno