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Ilaria Pilar Patassini

Luna in Ariete

Son luce e ombra; angelica / farfalla o verme immondo / sono un caduto chèrubo / dannato a errar sul mondo / o un demone che sale / affaticando l’ale / verso un lontan ciel.
(Arrigo Boito, Dualismo)
Che prezzo paghiamo per la velocità? Quale scotto paghiamo per la corsa all’apparenza? Ci dimentichiamo che non siamo affatto unici. Ilaria Pilar Patassini ce lo ricorda con durezza ed eleganza in un album di concetto (rarità di questi tempi veloci) che ragiona sulla natura duale che da sempre contraddistingue l’uomo.
Luna in Ariete, suo quarto lavoro discografico, è una rivendicazione della complessità. Una complessità prima di tutto artistica, perché segna il passaggio dall’interprete alla cantautrice. Pilar ri-costruisce il suo abbecedario poetico e lo trasforma in un’ontologia personale. L’ontologia di una donna fieramente analogica, che omaggia la lentezza e la cultura (letteraria soprattutto) mescolando una suggestiva e colta leggerezza musicale alla scioltezza metrica.

Una complessità soprattutto tematica. Ilaria Pilar Patassini spacca in due l’umanità e ne descrive la tensione, tutta neoplatonica, di ambire al cielo e ai suoi astri senza comprendere fino in fondo la propria natura interrata, corporea, carnale. Il concetto si articola attraverso sfumature poetiche, dal dialogo con la natura che apre il disco al dualismo scapigliato intriso di figure mitologiche, dal rapporto con gli amori passati a quello, quasi insofferente, con l’attualità sociale. Il disco respira, canzone dopo canzone, l’arrivo di un figlio. La gravidanza riempie il filo narrativo grazie a una suggestiva numerologia, e diventa protagonista in Il suono che fa l’universo, poetico piano sequenza che descrive, con grazia commovente, i cambiamenti del corpo e la necessità di rallentare a cospetto del mondo per udirne il suono, rappresentato dall’ecografo che trasmette il battito di un cuore appena nato. Con la gravidanza il dualismo interiore si sdoppia, e il filo narrativo conclama con inaudita eleganza il suo nodo principale. Nelle sue piccole sinfonie Pilar contiene l’astro e l’ancestro, la galassia e l’alma mater, la carne e lo spirito, l’epica e la favola. La materia musicale, ancella di un racconto autentico, è condita dal sapore ferroso di chitarre e ottoni, oltre che dal profumo floreale degli archi. L’evocazione, la divinazione che gli strumenti creano con i continui riff e le suite, rendono al disco la sua essenza sperimentale nel grande abbraccio alla musica antica e al jazz, e sposano l’astrologia da cui tutto è nato e a cui tutto ritorna, nell’ultima canzone. La concretezza poetica è data invece dalla prima persona e dalla performance musicale (il disco è registrato in presa diretta in 3 sessioni al quinto, sesto e settimo mese di gravidanza dell’artista), quasi come fosse (o forse è) un corpo a corpo con se stessa.

La voce è (anche) uno strumento del complesso, perché esalta, asciutta e potente, la pienezza dei testi e tutta la poetica che si portano appresso. La narrazione chiasmica, che rinforza il tema principale, trova il suo climax nella canzone finale, che dà il titolo al disco, in particolare nel verso “carnivora rosa che lotta e riposa”: qui Pilar sintetizza con massimo fulgore la sua (la nostra) natura duale, accostando un simbolo della dolcezza alla voracità, un verbo di moto a uno di stasi. È l’ultimo acuto del disco, il più forte, e lascia sgomenti lì, senza appello.

Che prezzo paghiamo per la velocità? La semplificazione. Al tempo dell’autocrazia del semplice (che spesso diventa banale), sarebbe meglio custodire con commovente gelosia dischi come quello di Ilaria Pilar Patassini, che celebrano la nostra natura molteplice. Dischi che costano fatica, ma permettono di rallentare e ri-conoscerci.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Ilaria Patassini e Federico Ferrandina 
  • Anno: 2019
  • Durata: 39:09
  • Etichetta: Acquaria Produzioni / Esordisco

Elenco delle tracce

01. Dorme la luce di ottobre

02. A metà

03. Eccomi

04. Pagine già viste

05. Nessun tempo si perde

06. Alla Riscossa

07. Il suono che fa l'universo

08. La parte giusta del mondo

09. Luna in Ariete

Brani migliori

  1. Luna in ariete
  2. La parte giusta del mondo
  3. Nessun tempo si perde

Musicisti

Ilaria Pilar Patassini (voce e cori)  -  Federico Ferrandina (chitarra classica, chitarra elettrica, cori)  -  Antonio Ragosta (chitarra acustica, chitarra classica e elettrica)  -  Vincenzo de Filippo (trombone)  -  Angelo Olivieri (tromba)  -  Lorenzo del Sorbo (corno)  -  Fabrizia Pandimiglio (violoncello)  -  Angelo Maria Santisi (violoncello e cori)  -  Andrea Colella (contrabbasso e basso elettrico)  -  Alessandro Marzi (batteria, chitarra classica e cori)  -  Clio d’Alessandris, Sara Franceschini e Teresa Matrone (cori)  -  Ecografo… (ultra)suono