Alice
È compito arduo, se non impossibile, restituire su
disco l'intensità dei concerti che Alice
ha tenuto nell'ambito della rassegna milanese “La musica dei cieli”, e non è un
caso che la stessa artista abbia deciso di escludere dal cd i brani più
specificamente legati all'ambito della preghiera, e che dunque hanno la loro
ragion d'essere soprattutto in un luogo sacro. Tuttavia questo live (registrato
nel dicembre del 2006 nella basilica di San Marco a Milano) ha la capacità di
mantenere con il fiato sospeso per tutta la sua (per la verità non generosa,
per essere un disco dal vivo) durata. La bellezza dei brani, la bravura dei
musicisti, gli arrangiamenti essenziali ma calibrati con gran gusto e la voce
di Alice rendono l'ascolto coinvolgente, e comunicano almeno in parte
l'atmosfera di sacralità nella quale le canzoni sono state eseguite. Il canto è
quello originale, senza interventi successivi in studio, ciò che conferma, se
ce ne fosse bisogno, che Alice canta semplicemente benissimo, con precisione e
tensione emotiva. La sua voce da contralto piena di sfumature rimane una delle
più affascinanti del panorama italiano e il fatto che non sia inflazionata da
sovraesposizione mediatica ce la fa percepire come un gioiello ancora più
prezioso.
Il disco è un ritratto ben riuscito dell'artista.
Ci sono infatti i musicisti che l'hanno accompagnata negli ultimi anni, brani
che sono dei classici del suo repertorio remoto (Prospettiva Nevski, Nomadi)
o attuale (Febbraio, Il contatto) e gli autori che ne hanno
plasmato lo stile nell'arco della sua carriera: Mino Di Martino, Franco
Battiato, Juri Camisasca
(le cui canzoni sembrano calzare a pennello sulla voce di Alice) e lei stessa,
autrice raffinata anche se purtroppo non prolifica. Presenza importante, anche
quella della compianta Giuni Russo,
che ha scritto la musica di 'A cchiu' bella, su testo di Totò. Tra le sorprese, una versione de
La cura di Battiato, della quale l'interpretazione sanguigna di Alice
mette in luce le venature struggenti e un pathos assenti nell'originale.
Nota di merito anche per il packaging. Il
Polystudio di Francesco Messina
anche questa volta rende il lavoro di Alice non solo un bel disco, ma anche un
bell'oggetto da possedere. E in epoca di masterizzazioni e scaricamenti
selvaggi, è un valore aggiunto non da poco.
01. Gli ultimi fuochi
02. 1943
03. Febbraio
04. A’ cchiu’ bella
05. La cura
06. Dammi la mano amore
07. Nomadi
08. L’era del mito
09. Anín a grîs
10. Il contatto
11. Happiness
12. Prospettiva Nevski
Alice: voce, tastiere,
pianoforte
Steve Jansen:
tastiere, batteria e percussioni
Marco Pancaldi:
chitarre
Alberto Tafuri:
pianoforte, tastiere, chitarra e arrangiamenti