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Madame

Madame

Francesca Calearo in arte Madame, è nata nel 2002. Non è un aspetto secondario in questa storia. Negli ultimi mesi la sua presenza nella scena musicale è stata un ciclone che ha spiazzato, colpito, entusiasmato alcuni e fatto perdere certezze ad altri, soprattutto a chi cerca di decifrare velocemente le nuove tendenze musicali, oltre ad aver probabilmente innervosito i critici più nostalgici.

Non è la musica che cambia, cambiano le persone, le generazioni che l’ascoltano e che la “fanno”, cercando linguaggi espressivi consoni a descrivere la propria esistenza, spesso giocata in una solitudine, o meglio in un isolamento, esistenziale oltre che periferico (non solo nell’accezione geografica), nonostante il web. Alcuni generi o “sotto-generi” musicali, si prestano particolarmente a questi racconti e soprattutto negli ultimi anni sono stati scelti dagli adolescenti come canale privilegiato per sentirsi protagonisti delle loro esistenze precarie. Il rap, e ancora di più una certa tendenza trap, vede interpreti giovanissimi, sempre più spesso immigrati di seconda generazione, che raccontano le loro storie. Sono italiani a tutti gli effetti, ma portatori anche di culture diverse e di vite borderline a causa di realtà spesso poco accoglienti. Raggruppare sotto l’etichetta di un genere musicale è particolarmente complicato, pare che questo compito lo stia assolvendo il termine urban, di provenienza americana, inizialmente coniato per raccontare la black music delle grandi metropoli, ma proprio in questi giorni messo in discussione oltre oceano perché, pare, ormai politicamente scorretto perché discriminatorio.

 

Ma usciamo da questa querelle di cui è ancora difficile cogliere i contorni esatti, poiché a coniare il termine fu un dj afro americano, che intendeva includere in un format radiofonico le varie correnti del R&B, del soul e del nascente rap/hip hop a fine anni Settanta, fino a dare lo spunto per una vera e propria categoria, “Urban Contemporary”, approdata e legittimata ai Grammy Award.

Questa premessa appare necessaria per approcciarsi a una fase di cambiamento musicale in atto, per collocarne meglio una parte.  E allora più che giudicare i generi, va riconosciuta la sincerità del racconto, per capire ancora di più il talento di personaggi come Ghali, Rkomi o Massimo Pericolo e altri. Madame è certamente tra loro, è sincera, talentuosa, non ha filtri, la sua curiosità e intraprendenza si mischia con la paura di chi osa cominciare a crescere, nel timore di un vuoto di affetti, e nella ricerca di legami sicuri che possano alleviare le varie solitudini. Esplora la realtà così come fa con il suo corpo, con i rapporti familiari, e con quelli sentimentali, appesa al coraggio di non doverli distruggere per forza,  nella speranza di ricavarne benessere e sicurezza, e dunque esponendosi senza corazza anche al rischio di esserne profondamente e ripetutamente ferita: “chi mi vuole bene me lo provi” (Istinto), “amico stammi vicino anche nelle notti in cui io voglio morire” (Il mio amico), “baciami con calma finchè non ti stanchi di me” (Clito), “Mami, dimmi che mi ami, Papi, dimmi che mi ami, Mami, dimmi che non morirai, Papi, dimmi che non sparirai (Mami Papi).

 

L’immediatezza della scrittura di Madame assorbe il linguaggio del rap, ma nelle pieghe è già in marcia verso un universo cantautorale, come il brano Voce lascia intuire. In questo caso tutta la corporeità e le esperienze sensoriali lasciano spazio all’identificazione di sé stessa nella sua sola voce, augurandosi che possa sopravvivere a tutto il resto. Questo brano è probabilmente il punto di svolta nella sua scrittura perché suggella un percorso partito dai primi singoli (Schiccherie, 17) e apre a nuovi orizzonti compositivi. Nelle diciassette tracce del disco ci sono ben otto feat, alcuni dei quali con veri e propri colossi come Guè Pequeno e Fabri Fibra. Madame è sempre a suo agio, sia a reggere da sola il brano Istinto, Voce, Mami Papi, Baby su tutte, che a duettare, così come vale la pena sottolineare l’ottimo sapore pop di Babaganoush con i Pinguini Tattici Nucleari e la bella Nuda col bravissimo e ancora troppo sottovalutato Ernia. Il disco di Madame risponde certamente anche a criteri commerciali, nella scelta di alcune produzioni e di tanti feat, però questo non deve oscurare il talento della quasi ventenne artista vicentina, che dimostra notevoli capacità anche come performer e freestyler, facendosi spazio in un mondo quasi esclusivamente maschile.

I paragoni con un’altra talentuosa ventenne d’oltre oceano come la losangelina Billie Eilish sono prematuri, essendo anche mondi musicali diversi. Ma hanno una comunanza generazionale e di genere che le rende espressioni di una nidiata nativa digitale nella musica, che è sempre più frutto anche di subculture precedenti e contemporanee, oltre che di sonorità, e che mira sempre più all’essenziale nel raccontarsi senza veli. La realtà bisogna coglierla sempre più nella sostanza che nella forma, sgombri da paraocchi, retaggi e pregiudizi, e la musica di Madame è un’ottima occasione per cominciare a farlo al di là dei gusti. Ed è per tutto questo che vederla finalista nella cinquina del Premio Tenco come miglior “Opera Prima” e magari addirittura vincere, potrebbe essere un segnale importante anche per la prestigiosa manifestazione, che nei decenni ha sempre saputo cogliere e riconoscere, prima di altri, le novità e i cambiamenti in atto nel panorama musicale e culturale.

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In dettaglio

  • Anno: 2021
  • Durata: 49:50
  • Etichetta: Sugar Music

Elenco delle tracce

01. Marea

02. Istinto

03. Voce

04. Il mio amico (feat. Fabri Fibra)

05. Bugie (feat. Rkomi e Carl Brave)

06. Babaganoush (feat. Pinguini Tattici Nucleari)

07. Dimmi ora (feat. Gué Pequeno)

08. Clito

09. Mood (feat. VillaBanks)

10. Nuda (feat. Ernia)

11. Bamboline Boliviane

12. Mami Papi

13. Baby

14. Luna (feat. Gaia)

15. Amiconi - freestyle

16. Tutti muoiono (feat. Blanco)

17. Vergogna

 

Brani migliori

  1. Voce
  2. Babaganoush
  3. Baby