Vittorio De Scalzi
Secondo un destino comune a molti di coloro che hanno
vissuto una “stagione” particolarmente felice e fortunata, anche Vittorio De Scalzi fa una gran fatica a
far capire (e accettare, sostanzialmente) di avere un presente, e – si spera –
un futuro. Fa più fatica ancora, perché la sua sana voglia di musica, la sua
creatività in costante fermento, sono vivissime. Altri si adagiano di buon
grado sul revival, lui – per fortuna – no. E così se ne esce con un nuovo
lavoro, tutto in genovese (e un altro, sul poeta Riccardo Mannerini, storico coéquipier di Fabrizio De André, attende
solo di vedere la luce), che non può – né vuole, si direbbe proprio –
prescindere dall’ineludibile precedente costituito da “Creuza de mä” (ma qua e
là anche “Anime salve”, per esempio in Barbon,
e quindi lo stesso Fossati, magari anche quello della “Pianta del tè”,
specificatamente in Gente de Liguria).
C’è una componente rock-elettrica più marcata, ma il côté espressivo è lo stesso: ci sono creuze, mainé, mortà, ægua e sä, e naturalmente tanto mare, e mandilli (ricordate il “mandillu ciaèu”, fazzoletto chiaro, della
“Da a me riva” deandreiana?); ci sono strumenti etnici (c’è persino il violino
di Mauro Pagani, a cui il citato “Creuza
de mä” non deve certo meno che a De André). Se vogliamo c’è una tradizione più
recente (il coro, la banda, i fiati balcanici). Forse c’è anche meno pathos,
meno forza evocativa e seduttiva, ma, insomma, quello era il capolavoro per eccellenza. E ci sono episodi veramente notevoli,
tipo l’iniziale Vinçenso, di limpidissima trasparenza melodica (e
bell’intreccio fra il violino di Pagani e il soprano di Romano), l’elegante Gente de Liguria, ancora con Romano,
stavolta alle musette (o al mizmar?), sugli scudi, la danzante, dondolante Barbon, l’effervescente Stagiuin (stagioni), con tanto di breve Intro strumentale, Centomila navi, sorta di morbida “canzone da camera”, il tutto, per
lo più, con una scoperta iconografia etnica intinta in una mai prevaricante
salsa elettr(on)ica.
Insomma: c’è molto da ascoltare e da gustare. La pur gloriosa storia dei
New Trolls può farsi per una volta gentilmente da parte…
01. Vinçenso
02. Gente de Liguria
03. Barbon
04. Aia da respià
05. Stagiuin (Intro)
06. Stagiuin
07. Centomila navi
08. Drentu de ti
09. Toe drue
10. L'ægua in to mortà
Vittorio De Scalzi:
voce, chitarre, flauto, pianoforte
Aldo De Scalzi: tastiere
WX7, programming
Edmondo Romano:
sax soprano, clarinetto, low whistle, chalumeau, musette, mizmar, flauti dolci
Andrea Maddalone:
chitarre
Federico Bagnasco:
contrabbasso, basso elettrico
Giovanni Lo Cascio:
percussioni
Mauro Pagani, Daniele Guerci, Laura Sillitti, Roberto
Mazzola, Zita, Massimo Silanus: violino
Sara Versano, Ilaria Buzzone, Maurizio Borzone: viola
Canterini della
Vecchia Sturla: voci in #2
Kim Schiffo:
violoncello in #2
Marco Fadda:
tabla in #5/6
Circle Blue Balcanian
Ensemble: fiati in #5/6
Adriano Mondini:
oboe in #7
Massimo Trigona:
basso fretless in #7
Nourredine Fatty:
voce in #8
Mario Crispi: ney,
doudouk in #8
Andrea Pandolfo:
tromba in #9
Gabriele Cohen:
clarinetto in #9
Roberto Liberti:
basso tuba, trombone in #9
Marco Canepa:
campano in #10
Filarmonica di
Cornigliano in #10 (coda)