Pagine di diversa ampiezza dovute ad autori per lo più viventi (fa eccezione il solo Dimitri Nicolau, scomparso poco più che sessantenne nel 2008, a cui si deve quella Simple Suite che, per varietà e originalità, costituisce di fatto il vertice del lavoro) e relativamente giovani compongono questo singolare cd, tutto centrato su uno strumento carico di storia e fascino come il mandolino. Ne sono primi responsabili Carlo Aonzo, fra i massimi specialisti a livello mondiale, e Stefano Squarzina, fra l’altro autore della conclusiva C.P.O. Rhapsody, altro pezzo forte dell’opera. La cui impostazione è d’impronta sostanzialmente classica, fin dall’iniziale Suite Campesina, frutto della “penna” più giovane del lotto (Sébastien Paci, classe 1974), in qualche misura annettibile all’estetica tipica della letteratura per chitarra.
Ovunque non manca di ammaliare il particolarissimo impasto timbrico proprio dell’ensemble, sul quale si ergono a turno i vari solisti (nell’ordine, nelle successive tracce, Ponzoni Borsani, ripetutamente, Pertusi, Lisci, Perlasca, Aonzo, Merisi, Vinciguerra, Sandi, ancora Aonzo e di nuovo Lisci), fra virtuosismo e soluzioni più meditate, in un incedere ora “verticale” (e in genere rigoglioso), ora più nitidamente danzante. È quanto accade in Samba di mezzanotte, suggello della suite di Squarzina e dell’intero lavoro. Circa il quale una qualche – del resto inevitabile, in fondo fisiologica – ripetività di umori e situazioni non pregiudica l’esito globale.     

 

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