Manziluna
Cade l’occhio sulla formazione, si nota la presenza di due chitarre. E allora, già da lì, si intuisce che il progetto Manziluna è, sicuramente, qualcosa di particolare.
La conferma arriva immediatamente, dal primo brano, Scherzo in tre, in cui si trova, in buona parte, la spiegazione di quello che i quattro musicisti siciliani hanno elaborato prima di realizzare il loro album; intanto la batteria, che sciorina una serie impressionante di poliritmie percussive, per cui il “tempo” non è assolutamente scandito ma si va a costruire durante il pezzo, variando continuamente.
Poi le due chitarre, e qui il discorso si fa ancor più interessante, stante soprattutto l’assenza del basso.
Intanto colpisce il fatto che, spesso, mentre una delle due si occupa della ritmica con suoni pieni, corposi e rotondi, l’altra utilizzi distorsioni ed effetti decisamente inconsueti, almeno in ambito genericamente jazz; con questo orientamento siamo lontani, e molto, dall’approccio “classico”, quello per intenderci che si rifà ai chitarristi degli anni ’50 e ’60, ma siamo altrettanto distanti dalla fusion degli anni ’80.
L’effetto è notevole, soprattutto per chi è abituato ad inquadrare il doppio chitarrista in ambiti decisamente più rock, ma la “strana coppia” funziona, eccome: il dialogo è continuo, lo scambio di riff, gli incroci, l’alternanza ritmico-solista, le variazioni timbriche, rendono i brani vivaci, movimentati, anche quando si passa alle acustiche; Via Castro è forse l’esempio più limpido di questo metodo compositivo ed esecutivo, così come Cammino perpetuo.
Infine il sax, necessariamente “condannato”, (in senso buono, ovviamente), ad una continua attività solista che serve, soprattutto, ad intersecare il proprio suono con quello delle due chitarre, creando un effetto di inseguimento pressochè ininterrotto; il bello è che la cosa funziona, funziona bene, senza attimi di respiro, in pratica una jam session senza soluzione di continuità.
Insomma, l’impressione iniziale trova delle gran belle conferme: Manziluna è un album davvero interessante, per molti versi innovativo, non solo nell’ambito della musica etnica mediterranea, cui fa riferimento dal punto di vista geografico; ci sono anche, dal punto di vista dell’approccio jazzato, modalità esecutive originali, meno “anarchiche” rispetto al free jazz, ma sicuramente molto indipendenti da quelle più consuete.
Un progetto da seguire con molta attenzione, perché gli esiti futuri potrebbero essere davvero sorprendenti.
01 Scherzo in tre
02 Manziluna
03 Via Castro
04 Cammino perpetuo
05 Inno al passato
06 Accura
07 Tziganski tanz
08 Arabiz
09 Qanuni
10 Vento e fuoco
Calogero Genco: alto, soprano sax Leonardo Grimaudo: guitar Fabrizio Brusca: guitar Carmelo Graceffa: drums, percussion