Vinicio Capossela
«È ora di cominciare a elevare lo spirito per contemplare la bellezza di cui siamo fatti». Ci sono cantautori che non puoi fare a meno di amare. Presto o tardi perderai la testa per loro. E se non è ancora accaduto è semplicemente perché si sceglie di ignorare certe figure fiere e intagliate nel legno che a volte spaventano per acume e verità. Vinicio Capossela appartiene a questa esigua categoria di eletti.
Venti gli anni di carriera e quasi altrettanti i brani che compongono l’ultimo lavoro: Marinai, profeti e balene. I dischi no, sono molti meno, quasi a lasciare più che un respiro tra l’uno e l’altro; un’inversione di rotta forse, mirata comunque a navigare acque nelle quali non fatichiamo a specchiarci. Ascolti le prime tracce e già sembra di avvertire in lontananza l’eco di Long John e dei suoi quindici uomini, per non parlare della sua bottiglia di rum travestita da birra per l’eroe del Mare Nostrum.
Da Omero a Dante, da Melville a Conrad, questo è un disco che trova ispirazione nella letteratura di tutti i tempi e in cui risuonano il mito, il fato, gli appunti di viaggio e il mare con le sue mille voci e vocine. Ci sono Le Sirene (splendida ballad caposseliana per piano solo), ci sono i tentacoli per abbracciare del Polpo d’amor (figura galeotta che già aveva contribuito a unire Vinicio ai suoi amati Calexico), c’è l’ineffabile Billy Budd travestito da bluesman, Lord Jim appena uscito dalla locanda di Jenny dei Pirati e ancora la splendida Calipso che ammaliandoci con una pachanga non ci sembra nemmeno poi così terribile.
E si potrebbe continuare in groppa a pesci palla, raccontando le storie che ci nascondono le conchiglie, giù nel fondo marino tra fantasmi e segreti che l’abisso da sempre custodisce. Perché anche in mare i mostri scelgono la sera per venire a galla e allora si indaga sempre più in profondo sul destino, si porge un palmo agli indovini e con l’altro si tiene aperto il Libro di Giobbe perché in fondo Capossela ci ricorda che è proprio la Bibbia il testo più selvaggiamente saccheggiato dal rock’n’roll.
Dal vivo Marinai, profeti e balene ripartirà in estate proprio da località marittime. Lo show sarà fortemente caratterizzato dai temi del disco e i porti si vestiranno a festa per accogliere il Sailor provvisto di timone. Dietro il capitano e una tra le ciurme più fedeli degli ultimi anni. Stive e carene non hanno mai incantato tanto.
Dedicato a Renzo Fantini, produttore e manager.
Disco 1 (oceanico e biblico)
01. Il grande Leviatano
02. L'oceano oilalà
03. Pryntyl
04. Polpo d'amor
05. Lord Jim
06. La bianchezza della balena
07. Billy Budd
08. I fuochi fatui
09. Job
10. La lancia del Pelide
Disco 2 (omerico e mediterraneo)
01. Goliath
02. Vinocolo
03. Le Pleiadi
04. Aedo
05. La Madonna delle conchiglie
06. Calipso
07. Dimmi Tiresia
08. Nostos
09. Le sirene + Ghost Track
MUSICISTI IN STUDIO: Vinicio Capossela: voce e piano Alessandro “Asso” Stefana: chitarre, banjo, baglama Vincenzo Vasi: theremin, campionatore, marimba, voce, glockenspiel Marc Ribot: chitarra Jimmy Villotti: chitarra Greg Cohen: contrabbasso Ares Tavolazzi: contrabbasso Enrico Gabrielli: fiati Agostino Marangolo: sax Antonis Xylouris: lira Mauro Refosco: percussioni, xilofoni, tamburi, gong Solisti della Scala: cori Coro degli Apocrifi: cori MUSICISTI IN TOUR: Vinicio Capossela: voce e piano Mauro Ottolini: trombone, conchiglie, ottoni, flauti, kalimba, temporale Achille Succi: flauti, shakuhachi, shehnai, tin whistle Alessandro “Asso” Stefana: chitarre, banjo, baglama Glauco Zuppiroli: contrabbasso Zeno De Rossi: batteria, conga, gong delle nuvole, teste di morto Francesco Arcuri: sega musicale, balafon, campionatore, steel drum, saz, santoor Vincenzo Vasi: theremin, campionatore, marimba, voce, glockenspiel Massimiliano Cutrera, Giovanna Dallelli, Edoardo Rossi e Diletta Donati: cori