Aua
Belle melodie, interessanti arrangiamenti e una voce soave e cristallina. Ecco in breve Martedì, esordio solista di Aua, finalmente arrivato dopo tanti progetti. Fra questi, la partecipazione a un tributo a Nico e la laurea in giurisprudenza, con una specializzazione nel diritto d’autore.
Martedì è innanzitutto un disco colto, raffinato. Aua mastica benissimo la storia del pop e del folk italiani; fa anche una bella cover di Canta ragazzina pezzo del 1967, cantato fra gli altri da Mina e Bobby Solo. Però è godibile da chiunque. Non è necessario studiarsi l’enciclopedia, per ascoltarla. Per fortuna.
E migliora ascolto dopo ascolto. E’ molto apprezzabile lo sforzo di raggiungere il massimo dell’espressività avendo a disposizione un apparato minimale. Pochi strumenti, con il dominio quasi assoluto delle chitarre acustiche (qui e là qualche sprazzo di elettronica), testi incisivi, brevi e diretti, capaci di dipingere con poche pennellate situazioni e rapporti umani. Tutto il disco è attraversato da quest’ironia disincantata e lieve, da un’atmosfera rarefatta e sospesa, dal racconto di ricordi piacevoli o meno.
Abbiamo ad esempio Martedì, che apre il disco come title track, una riflessione ironica sul secondo giorno della settimana: «Stupido/ martedì/non è l’inizio/non è il week end/utile/forse lo è/ma senza gloria/o personalità». Ci sono poi la durezza di Bugiardo, triste e puntuale trascrizione delle parole di un uomo incapace di dire la verità, i sentimenti contrastanti di Odiami e baciami, il quadro estivo di Il ballo dei tigli.
Un’opera prima affascinante e piacevole, che conferma il talento e incuriosisce riguardo a eventuali sviluppi prossimi futuri. Per adesso ci sentiamo Martedì. Ed è un bel sentire.
01. Martedì
02. Canta ragazzina
03. Bugiardo
04. Odiami e baciami
05. Sfere
06. Usa qualunque espediente
07. Limousine
08. Il ballo dei tigli
09. Reincontrarti
10. Motivo speciale