Se non avete idea di come si possano far “cantare” le percussioni (ambito in cui rientrano peraltro anche strumenti largamente melodici come vibrafono, marimba e steel drums) e non conoscete ancora Odwalla procuratevi questo disco. Il gruppo piemontese diretto da Massimo Barbiero, attraverso avvicendamenti che non ne hanno comunque intaccato la linea esteetica, ha doppiato di recente la boa dei vent’anni (evento festeggiato, oltre che con questo album, con un bel libro fotografico a cura di Luca D’Agostino) e pare proprio che non voglia arrestarsi.
Questo nuovo lavoro conferma, come si diceva, quanto la cantabilità stia a cuore a Barbiero (autore di tutti i brani) e ai suoi: una cantabilità che nasce da una linea melodica definita (ce ne sono di docilissime e purissime, tipo Cristiana, o Blu, unica pagina non inedita – salvo sviste – del cd, anzi largamente presente nella discografia del musicista di Ivrea), ma anche da un particolare impasto timbrico, nonché dall’intersecarsi di questi due elementi con un intarsio ritmico particolarmente ammaliante, rotondo, danzante.
Non mancano, del resto, neppure quegli episodi più trascinanti che caratterizzano l’attività soprattutto live del gruppo. Ne sia prova l’iniziale Il morso, col suo decollare improvviso (ma non certo inatteso per chi conosce Odwalla; il quale, anzi, se l’aspetta) quanto seducente dopo una partenza morbida e rilasciata. E non mancano nemmeno elementi più aromatici, come la kora, o le stesse voci femminili. Insomma: un disco che può dire molto su uno degli ensemble più originali (unico, anzi) nel panorama musicale italiano dei nostri giorni.

Altri articoli su Odwalla

Isis

Altri articoli di Alberto Bazzurro

We like it hot