Sonata Islands
L’occasione è stata l’idea di rivisitare l’opera, per voci soliste ed orchestra, Canto della Terra (Das Lied von der Erde), composta da Gustav Mahler fra il 1908 ed il 1909. La sfida è stata quella di adattare i suoni di un ensemble di radice jazzistica ad un’interpretazione di tipo cameristico.
Il risultato sono sei tracce che si muovono agilmente a cavallo fra musica d’avanguardia, passaggi folk latineggianti e sprazzi di jazz vero e proprio, anche free talvolta, in cui con precisione chirurgica ogni strumento riesce ad esprimersi in maniera compiuta realizzando una sequenza ininterrotta di passaggi solisti che si intersecano, si accavallano e si susseguono con assoluta spontaneità e naturalezza.
L’opera, in realtà, è una sorta di suite suddivisa in sei movimenti, anche se ad un ascolto più attento ognuno dei singoli segmenti ha, come dire, vita propria, nel senso che anche “estrapolato” dalla sequenza in cui è inserito ha una sua completezza ed autonomia. Fra le cose più interessanti ci sono i dialoghi fra i fiati, in Non Mahler ad esempio, che ricordano da vicino certi “capricci” violinistici, grazie ai botta e risposta serrati e rapidissimi, oppure l’inserimento dell’accordion che offre un tocco di mediterraneità ad un lavoro concepito a Dobbiaco da un musicista austriaco, e quindi in un ambiente davvero differente.
L’esito di questo progetto è davvero molto interessante, a prescindere dal fatto di aver ascoltato o meno l’opera originale: nel primo caso si potrà constatare come sette musicisti siano brillantemente riusciti a condensare i suoni che, in origine, venivano prodotti da un’intera orchestra; nel secondo caso, almeno per i più attenti, una volta ascoltato questo Meets Mahler potrebbe insorgere il desiderio di capire da dove nasca questa operazione.
In entrambi i casi l’obiettivo di avvicinare il pubblico ad un’opera classica non fra le più conosciute dal grande pubblico è stato certamente raggiunto; se vogliamo, questo percorso rappresenta sicuramente un approccio più corretto e didatticamente coerente verso la musica classica rispetto ad altri approcci, più “easy” e filologicamente meno attenti, che spesso portano gli ascoltatori a sentirsi, non diciamo “esperti”, ma conoscitori, di mondi a loro assai distanti.
Nel progetto dei Sonata Islands esiste, oltre al rispetto profondo per l’autore e per la sua composizione, una precisa volontà di presentare l’opera, senza banalizzarla o semplificarla, ma avvicinandola ad un pubblico di non addetti ai lavori attraverso sonorità più comprensibili per un orecchio “non allenato”, il tutto senza perdere assolutamente nulla dello spessore originale.
01. Das Trinklied
02. Kind of earth
03. Non Mahler
04. Von der schonheit
05. Around Mahler
06. Commiato
Giovanni Falzone: trumpet - Emilio Galante: flute, piccolo - Achille Succi: clarinet, bass clarinet, alto sax - Simone Zanchini: accordion - Stefano Senni: doublebass - Francesco Cusa: drums - Tommaso Lonardi: voice