A Toys Orchestra
A leggere i pezzi di altri colleghi sulla Rete, viene spontaneo chiedersi: ma cosa vi aspettate ancora da una band come gli ...A Toys Orchestra? Qualcuno parla di necessità di un passo in avanti più deciso, verso la maturità, e cose così. Va bene, sono opinioni. Ma fa anche parte di un'abitudine tutta italiana: "pompiamo indiscriminatamente artisti al primo album che non hanno dimostrato nulla, e quando abbiamo di fronte un gruppo davvero valido, come i Toys appunto, facciamo le pulci senza ragione". Ma quale maturità deve raggiungere ancora una band che ha messo in fila tre dischi come Cuckoo Bohoo,Technicolor Dreams e Midnight Talks, talmente pieni di belle canzoni che alla quasi totalità dei gruppi sarebbero bastate per sette album? E che, se vogliamo, ha dalla sua altre prove eccellenti come il primo disco Job, e recentemente l'Ep Rita Lin Songs?
Ci sembra che sia ora, semplicemente, che anche il grande pubblico si accorga di loro, ché se Enzo Moretto non fosse salernitano e si chiamasse John Johnson o Andy Andrews sarebbe già sulle copertine dei giornali di musica internazionali. E Chris Martin verrebbe a chiedergli consigli, visto che da un po' di tempo sembra a corto di idee.
Ok, finita la filippica, lunga ma doverosa. Arriviamo al disco. Altrettanto doveroso è dire, onestamente, che Midnight (R)evolution non è il capolavoro degli A Toys Orchestra. Per i motivi detti sopra, ovvio, ma anche per come è stato concepito, lavorando su idee nate durante il lungo tour di Midnight Talks e per forza di cose legate a doppio filo ai pezzi del disco precedente. Per cui questo (R)evolution, più che un album vero e proprio, suona quasi come una raccolta di outtakes, almeno alle orecchie di un profondo conoscitore della loro discografia. Ciò non significa, ovviamente, che non ci siano pezzi che qualsiasi altro autore italiano si glorierebbe di aver scritto: ad esempio il dream-pop con sfumature barocche di Lotus, la desertica Mutineer Blues, o la curiosa Pinocchio, al crocevia tra country, vaudeville e indie rock. Tutte testimonianze di una scrittura che non cerca più di raggiungere la maturità semplicemente perché l'ha già raggiunta da tempo
. E non è più né divertente né utile andare a vivisezionarne le canzoni alla ricerca delle influenze. C'è uno stile Toys, ormai: mettetevi il cuore in pace, e se avete ancora dubbi ascoltate pezzi come l'opener Midnight Revolution, Noir Dance (figlia adottiva di quella Celentano di cui tanto s'era parlato ai tempi di Midnight Talks), la delicata Late September, che chiude con un fantastico crescendo epico alla Mogwai.
Manca, tra i pezzi di Midnight (R)evolution, un lento del calibro di Powder of the Words o Day of the Bluff. C'è però Welcome to Babylon, puntata in territorio anni ottanta che approfondisce il discorso iniziato dalla cover dei Duran Duran presente in Rita Lin Songs: tastierona kitsch stile secondi Cure, tappeto di archi, e Moretto e company riescono per la seconda volta a farci rivalutare un decennio che porta su di sé gran parte della degenerazione della nostra società.
Per non sembrare faziosi, evidenzialmo le piccole cadute di stile questo disco: ad esempio il vocoder sulla strofa acustica di Aphelion, un pezzo che senza quell'effetto elettronico avrebbe potuto essere tra i migliori di Midnight (R)evolution. O la superflua You Can Stop Me Now, unico episodio dove si avverte distintamente un po' di maniera.
Ma insomma, questo è un disco da comprare o no? Dipende. Se vi piace la musica vera, scritta come pochi ancora riescono a scriverla, e non vi fate ingannare dagli specchietti per le allodole, allora sì, questo è un disco da comprare. Vi condurrà, se già non li conoscete, a scoprire gli altri dischi degli ...A Toys Orchestra, e ad amare una band unica nel panorama italiano contemporaneo. Se d'altro canto, pensate che bravi autori di canzoni siano coloro che sanno grattuggiare a malapena due accordi su una chitarra e sputar sentenze sconclusionate a cui date il nome di poesia (non mi riferisco al punk, attenzione), state alla larga da Midnight (R)evolution. Non è cosa.
http//www.atoysorchestra.it
01. Midnight Revolution
02. Pinocchio
03. Noir Dance
04. Lotus
05. Aphelion
06. Welcome to Babylon
07. Mutineer Blues
08. You Can't Stop Me Now
09. Nightmare City
10. Goodnight Again
11. Late September
Enzo Moretto: voce, chitarre, piano, synth Ilaria D'Angelis: voce, synth, piano, chitarra, basso Raffaele Benevento: basso, chitarre Andrea Perillo: batteria Enrico Gabrielli: fiati Rodrigo D'Erasmo: archi Raffele Kohler: fiati Luciano Macchia: fiati