Moldig
I Moldig sono Giuditta Corgnati (basso e voce) ed Enrico Bricco (altri
rumori, traducendo dai crediti del disco, in realtà chitarre), che esordiscono
con questo disco omonimo dopo un ep autoprodotto uscito nel 2006. New World,
il brano d’apertura, spiega già bene da che parti siamo: post-punk, ma
soprattutto rock contaminato da un’elettronica ben regolata e ritmi cadenzati,
con le chitarre al posto giusto tanto quanto la voce. Strangers è più
scatenata, con l’ottima e coinvolgente voce della Corgnati e il ritornello che
si libera nell’aria. Sono le chitarre il punto di forza di questo lavoro: mai
fuori misura, mai invadenti, e al contempo sempre ben presenti insieme alla
voce capace a seconda dei casi di aggredire e coccolare i pezzi (tutti
rigorosamente in inglese).
The sense è uno dei brani
migliori di tutto il lavoro, corre intorno e ti tira dentro al vortice, mentre Horizon
è la traccia più punk tra le dieci, ma resta in perfetta sintonia con il resto
dell’opera. Arpeggio più classico per Cloudless dove la voce della
Corgnati si fa quasi dolce e romantica per accompagnarti nel percorso del
pezzo; bello anche il battere tanto ossessivo quanto melodioso della chitarra. La
chiusura di A game, This time e Wire torna a bpm più energici e chitarre distorte: ottimo esordio
sulla lunga distanza di un duo da tenere d’occhio. Non a caso scorazzano da
qualche tempo scorrazzano su e giù per gli States.
01. New World
02. Stragers
03. The sense
04. A vision from above
05. Horizon
06. Danger
07. Cloudless
08. A game
09. This time
10. Wire
Giuditta Corgnati: vocals & bass
Enrico Bricco: other noises
Glenn Maryansky: drums in #1