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Io?Drama

Mortepolitana

Momento chiave, molto probabilmente, nella quasi decennale vicenda artistica degli Io?Drama: esce Mortepolitana, il loro secondo Ep che si affianca ad altri tre album: lavoro che contiene quattro brani e che testimonia il fatto che, malgrado l’intensissima attività live, la band non ha interrotto neppure per un attimo il flusso di idee e di composizioni. Tuttavia questa realizzazione risulta essere anche l’ultimo atto in cui Fabrizio Vercellino, chitarrista e co-fondatore della formazione, suona con quelli che, ad oggi, sono i suoi ex compagni d’avventura e dai quali si è separato per seguire differenti percorsi artistici e professionali.

Una band, quella milanese, nata nel 2004 e che deve la sua fortuna, intanto alla pervicacia con cui ha “battuto” quei (rari) locali nei quali è possibile presentare proposte musicali originali senza essere ancora delle rockstar, e, non secondariamente, al fatto di aver sfruttato in modo intelligente sia la rotazione televisiva dei video (MTV, Rock TV, All Music…), sia la circolazione dei brani all’interno della rete. Tutto ciò li ha portati, oltre che a raggiungere una certa notorietà, ad aprire gli spettacoli di band quali Tre Allegri Ragazzi Morti, Baustelle e Marlene Kuntz, ad affiancare Perturbazione, Motel Connection, Giorgio Canali e Marta sui Tubi, divenendo a loro volta headliner in situazioni “importanti” quali l’Alcatraz ed il MiAmi, sempre a Milano, nel 2008.

Si parte da un rock con venature melodiche; poi si passa lentamente ma in modo chiaro verso produzioni più spigolose, dovute probabilmente anche alla produzione, affidata a Paolo Mauri (Afterhours, Prozac+, La Crus); infine un’ennesima virata verso lidi più acustici, a testimonianza del fatto che suonare così frequentemente ha instillato nel quintetto un forte desiderio di sperimentare, lungo il loro percorso, situazioni sempre nuove e sempre diverse.
Questa tendenza, che li ha condotti verso suoni più morbidi, è testimoniata proprio da questo loro ultimo lavoro, caratterizzato appunto da suoni meno duri a cui fanno da ideale contraltare testi diretti e molto attuali nella loro cupezza concettuale; in questo senso ha una sua logica l’inserimento della cover di Samarcanda, brano che ben rappresenta il tentativo di fuga da una realtà che, invece, si mostra ineluttabile. Ed il titolo del lavoro trova, in questi testi, la sua evidente motivazione.

Ora, vista anche l’importante defezione appena verificatasi, si aprono per la band scenari decisamente nuovi, stimolati anche dalla quantità e dall’energia delle esperienze maturate in questi intensissimi otto anni di carriera: si tratterà allora di focalizzare pienamente la direzione da intraprendere, come sempre senza porsi eccessivi vincoli, fatto peraltro improbabile considerando la varietà di proposte presentate sinora.
Forse è anche grazie a giovani artisti così poliedrici e musicalmente dinamici che il “problema”, o il vincolo del “genere”, nel tempo, perderà la sua forza cogente: in fondo quando si hanno idee e capacità per spaziare in modo ampio, perché ingabbiarle all’interno di griglie artificialmente precostituite?

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Io?Drama
  • Anno: 2012
  • Durata: 15:24
  • Etichetta: ViaAudio Records

Elenco delle tracce

01. L’amore ai tempi del precario
02. Il mio profilo
03. Il fotografo
04. Samarcanda

Brani migliori

  1. L’amore ai tempi del precario
  2. Il mio profilo
  3. Il fotografo

Musicisti

Fabrizio Pollio: voce, chitarra acustica/elettrificata, basso, tamburello, cori  -  Fabrizio Vercellino: chitarra elettrica  -  Vito Gatto: violino  -  Mamo: batteria, percussioni  -  Davide Papa: basso, cori