Claudio Orfei
Esiste un mondo interiore fatto di suoni immagini e colori per ognuno di noi. Gli artisti di solito ne hanno una consapevolezza maggiore o forse hanno solo una maggiore capacità di portare gli altri a conoscenza di quel mondo regalando prospettiva, profondità e speranza. Forse il loro mondo è talmente intenso e vivo, che prova ad uscire in tutti i modi, così, palesandosi davanti gli occhi di tutti, offre meraviglia e bellezza. Difficile dire cosa avviene esattamente, qual è il processo, ma è questo che Claudio Orfei, nelle vesti del Cappellaio Matto, tenta di fare, riuscendoci, con il suo album d’esordio dal titolo My Wonderland: il mio paese delle meraviglie, appunto.
Si tratta di un concept album, composto da dieci tracce inedite, che racconta di un viaggio intorno al mondo, tra realtà e fantasia. Un progetto complesso e introspettivo nel quale si intrecciano otto lingue, diverse culture e vari generi musicali: "il jazz diventa un paio d'occhiali da indossare – spiega Orfei - la world music si trasforma in colori con cui dipingersi il viso, la canzone d'autore è una rosa che il cantautore coltiva con cura, le cui radici si intrecciano con il contrappunto classico degli archi e il teatro diviene una grande stanza dei giochi in cui creare con libertà e fantasia".
Il lavoro è ricco, fuori dagli schemi della canzone pop, attraversa tante realtà. Il mondo del teatro è fortemente presente: sembra spesso di stare ad ascoltare un musical vero e proprio, di vedere personaggi interagire, assaporare il calore e il colore delle luci del palcoscenico mentre si ascolta questo disco. Non a caso l’autore ha spaziato molto nelle discipline artistiche, inclusa quella del teatro. Musicalmente tutto è curato nei minimi dettagli, i timbri per lo più sono quelli della musica occidentale ma la world music di tanto in tanto si insinua e suggerisce nuove sonorità. Si torna poi, sempre, al pianoforte e agli archi, magistralmente arrangiati. A volte un pizzico di gioco di stile nelle composizioni musicali travalica, forse mettendolo in secondo piano, il messaggio di fondo, e toglie un po’ di intimità e vicinanza con il mondo interiore del cantautore. Interessante il lavoro fatto con la voce in My Hope dove sembra quasi di avvicinarsi ancora di più al mondo dell’artista e si crea un’atmosfera sospesa che suggerisce profondità.
Un album da ascoltare e attraversare più volte, se possibile, per poter cogliere le variegate e ricche sfaccettature che il paese delle meraviglie di Orfei offre.
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01. My Wonderland
02. Pace sarrà
03. Jasmine
04. Tra bene e male
05. Dança das Fadas
06. Agua da Lua
07. Cuenta
08. My Hope
09. Canta che te passa
10. Looking for Myself