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Luca Ploia

Nato nel Medioevo

C’è chi nasce con la musica nel sangue ed è ispirato da un talento particolare, da un dono magico che lo porta inevitabilmente e immediatamente a esprimere le proprie emozioni e le proprie sensazioni attraverso le note, il canto, la canzone. C’è invece chi si ritrova una sensibilità intensa che ha bisogno però di tempo per crescere, lievitare, maturare. Luca Ploia, artista e artigiano rientra in quest’ultima categoria: professionista di successo nella sua attività lavorativa (è eccellente pasticciere) ha avuto bisogno di più tempo rispetto ad altri per focalizzare le proprie doti, ma quando ha finalmente compreso il suo destino artistico si è buttato a capofitto nella realizzazione di questo suo primo disco, Nato nel Medioevo, uscito sul finire del 2021.

Il titolo è bello e chiarisce subito che le radici artistiche di Luca Ploia non sono fondate nel presente ma nel passato. Il riferimento al Medioevo è certamente un’iperbole, un gioco provocatorio che evidenzia la leggera ironia e il gioioso disimpegno che muove il cantautore pop bresciano. Lasciamo stare il Medioevo ma parliamo piuttosto di anni Ottanta del secolo scorso, quando la musica pop italiana aveva un suo perché, grazie ad artisti carismatici e importanti. L’operazione che Luca Ploia e i suoi producers Paolo Salvarani e Antonio Giovanni Lancini portano avanti è quella di aggiornare il pop di qualche anno fa per renderlo attuale. Diciamo subito che il processo avviene in maniera assolutamente adeguata, grazie soprattutto alla sostanza di canzoni “leggere” ma costruite molto bene. Chi scrive pop deve esser bravo a condensare il contenuto del brano in pochissimi concetti e soprattutto in un refrain che “spacchi” e che entri in circolo subito. Diverso ad esempio è il compito del cantautore, che ha più spazio all’interno della canzone per poter esprimere i propri concetti, certamente più articolati e in genere più profondi. Ecco, Luca Ploia è puro pop: canzoni brevi, immediate, leggere, che arrivano subito.

La felicità è una questione di spazio apre benissimo l’album mostrando la bellezza, la semplicità e la ricchezza dei sentimenti di Luca Ploia, un tipo che entra istantaneamente in empatia con le persone e che scrive canzoni che riflettono la sua vita e il suo modo di essere. Canzoni positive, basate sugli affetti e sui valori semplici ma sempre validi, nonostante tutto. Canzoni arrangiate benissimo e suonate altrettanto bene. Ne Il mio grido per te emerge l’ottima chitarra elettrica di Michele “Pocho” Belleri, Stefania Martin mostra la sua statura vocale in Proibito svanire, canzone dolce e suadente, di alto livello. C’è il desiderio di sdrammatizzare in Un fottuto egoista, pop sbarazzino che coinvolge nei cori tutto lo staff di Ploia, compresi i produttori. Il disco si conclude con un paio di interventi del violino fatato di Michele Gazich, ospite d’onore del disco. Ma quanto mi fa male è il classico lento che si usava ballare qualche decennio fa, vagamente malinconico, nel quale entra deliziosamente il violino di Michele Gazich. Il quale si supera nella bonus track che chiude il lavoro, una originale rilettura di Storie di tutti i giorni, nota nella versione di Riccardo Fogli. La canzone assume una veste più scarna, essenziale, con il violino di Gazich che apre magistralmente la canzone dando il via ad un ambiente sonoro denso di pathos e di emotività. Il violino volteggia e ricama suoni mentre la viola detta il tempo, con le tastiere di Michele Bonivento che punteggiano la melodia. Luca Ploia si cala molto bene nella parte e regala una intensa interpretazione vocale. Bella conclusione di un album che ci dimostra come la classica canzone pop italiana, se adeguatamente curata, può dire (e dare) ancora tanto, in Italia e nel mondo. 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Antonio Giovanni Lancini e Paolo Salvarani
  • Anno: 2021
  • Durata: 32:29
  • Etichetta: Latlantide

Elenco delle tracce

01.  La felicità è una questione di spazio
02.  Il mio grido per te
03.  Buongiorno amore
04.  Nel sonno profondo
05.  Un fottuto egoista
06.   Proibito svanire (feat. Stefania Martin)
07.   E’ bello incontrarti
08.   Ma quanto mi fa male
09.   Storie di tutti i giorni (Bonus track)

Brani migliori

  1. La felicità è una questione di spazio
  2. Proibito svanire
  3. Storie di tutti i giorni

Musicisti

Luca Ploia: voce - Michele “Poncho” Belleri: chitarra elettrica - Antonio Giovanni Lancini: chitarra acustica - Michele Bonivento: tastiere - Andrea Gipponi: basso - Alberto Pavesi: batteria - Stefania Martin: voce in Proibito svanire, cori - Alessandro Norton: tastiere in Buongiorno Amore - Luca Figlioli, Paolo Salvarani, Giovanni Antonio Lancini, Paolo Costola, Elisabetta Coiro, Giada Mercandelli: cori - Ruben Paganelli: sax in Nel sonno profondo - Michele Gazich: violino in Ma quanto mi fa male e Storie di tutti i giorni, viola in Storie di tutti i giorni