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Erica Mou

Nature

Si premette che chi scrive ha conosciuto Erica Musci, rimanendone folgorato, ben prima che diventasse meritatamente la cantautrice famosa che è adesso, quando strimpellava appena la chitarra e cominciava a smanettare sul Looper, da poco ricevuto come regalo per il diciottesimo. E da quell’iniziale colpo di fulmine ha continuato a seguire con affetto il suo poliedrico percorso artistico, osservandone le trasformazioni, la continua ricerca e le contaminazioni musicali. In poco più di 10 anni di attività, 5 album alle spalle e 500 concerti Erica Mou ne ha visti di riconoscimenti al suo talento, fra cui, tanto per citarne uno caro alla Redazione di chi scrive, il primo posto, nel 2009, al Concorso “L’artista che non cera”.

E ora arriva Nature, a quattro anni di distanza dal suo ultimo lavoro, un disco particolare, con questo titolo così ambizioso, un suono onomatopeico anglo dialettale che, assieme all’immagine di copertina, una Mou quasi selvaggia, ci trasporta dritto ai punti attorno a cui ruotano i testi delle le nuove canzoni: l’universo, l’ambiente, la bellezza, l’essenza.

In verità ci si aspettava un disco della maturità, che avesse saputo incastonare definitivamente la cantautrice nelle maglie del panorama musicale italiano, riservandole un posto riconoscibile, stabile ed agibile nella sua confort zone, che finalmente la incastrava al suo posto, salda, unica e sicura nella matrice del sudoku delle sette note.

Ed invece così non è. Nature è un disco il cui filo conduttore musicale tende a sfuggire ed appare, alle orecchie di chi scrive, incerto, discontinuo o, comunque, lontano da essere compreso fino in fondo. L’impressione globale è quella che sia daccapo un disco di transizione, in cui i produttori (lei stessa ed il polistrumentista britannico MaJiKer) stiano ancora sperimentando e ricercando quale sia il “suono” giusto per la lirica di Erica. A canzoni in lingua inglese (di cui davvero non si sentiva la necessità) sostenute da tappeti musicali fin troppo ricchi di accenti pop elettronici, come Animals, si alternano pezzi in italiano più vicini al suo repertorio degli esordi, tipo Cinema o Sul ponte, passando per una improbabile cover versione disco dance e duetti, per finire con una nenia dolcissima e disperata, la bellissima Neinde, una cantilena in dialetto biscegliese sulla pesante futilità della vita davanti alla tomba.

Un caleidoscopio disordinato, insomma, di cui si percepiscono le magnifiche potenzialità ma non si riesce a metterne a fuoco la luminosa bellezza. Emerge solo a sprazzi, infatti, la Erica voce, chitarra arpeggiata e pochi orpelli a fare le ritmiche, quella che si è stampata a ceralacca nel cuore dei suoi fan e, quando lo fa, facendo capolino fra una vocina artificiale al sintetizzatore ed un effetto pop, è sempre un’emozione forte.

Una menzione a parte invece merita la magnifica Erodere, cantata con Zibba: una canzone che sembra uscita da un luogo antico eppure così moderna, un tango del tempo che passa e che non consuma, un rap leggero ed elegante. Una perla a due voci che si inseguono, si cercano, si doppiano, si incastrano, come ad evocare la raffigurazione stessa delle parole di passione che raccontano.  Non è un caso che questo sia il pezzo più pulito, il più fedele, viene da dire, all’evoluzione musicale che fonda le radici in quel lontano è da dove riteniamo che Erica debba ripartire, dopo questa lunga esperienza di sperimentazione, per provare a consolidare l’originalità della sua cifra artistica. Lo suggerisce, d’altronde, anche un verso della canzone: “Se la fine è una fine soltanto, serve andare all’inizio”.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: MaJiKer, Erica Mou
  • Anno: 2021
  • Durata: 34:36
  • Etichetta: Maremadre

Elenco delle tracce

01. Fuori dal letargo
02. Lo zaino sul treno
03. Cinema
04. Animals
05. Erodere feat. Zibba
06. Son una donna non sono una santa
07. Two left feet
08. Neinde
09. A ring in the forest
10. Sul ponte
11. Maremadre
12. Bonus track: Felicidade (italian version) feat. Marcelo Jeneci

Brani migliori

  1. Erodere
  2. Cinema
  3. Neinde

Musicisti

Erica MouMaJiKer - Simone Privitera - Flavia Massimo (violoncello) - Davide Rossi (archi) - Michele Boni (chitarre) - Pierpaolo Ranieri (basso) - Alessandro Marzi (batteria) - Alessandro D’Alessandro (organetto) - Antonio Iammarino (pianofore) - Giuseppe Saponari (programmazioni)