3chevedonoilrE
Se ne andranno anche in giro su un vecchio mini-wagon Wolkswagen, ma i 3chevedonoilrE macinano quarti come dei carriarmati. Questo album d'esordio, questo Nella baracca di latta merita almeno un'ovazione, perché è uno dei dischi più freschi del 2010 (ci scusino il ritardo) – ed esclusivamente per merito dei suoi artigiani e del loro talento.
I nomi: Andrea Martella e Mr. Falda, rispettivamente colpi e basso di una sezione ritmica invidiabile tra le nuove leve, Carlo “5-cents” Fadini (speriamo si colga l'ammiccamento), e infine il frontman Zappis. Questi i 3chevedonoilrE, tre paia d’occhi che tirano giù i pantaloni a tutti in quindici pezzi che macinano senza pietà lo scenario emozional-social-culturale odierno, in cui, a citare oziosamente la traccia d'apertura, Non è vero niente: questo vuoto post-moderno è descritto nella traccia appena citata (che si sposa tragicamente bene con i glitter glamrock da primi Queen in override), nella marcetta britpop di Festival, e ufficialmente sancito nel brillante pamphlet di Tre che vedono il re.
Da qui parte una capace navigazione nei territori musicali battuti dal rock, almeno fino ai primi anni 90 – e il timone barra resta dritta grazie al know-how e al poco autocompiacimento del trio. Da un rock-steady d'immigrazione in Rema Fino A Che Sei in Acqua (tanto Toffolo, però), si passa a una mini-suite amorosa composta dall'orgogliosa fuga di Essere Qui Adesso, al perduto innamoramento in barba al gusto e(ste)tico-culturale nel roccioso surf-rock di Carmelita, oppure, terza opzione, il rockabilly cubista di Piera. Certo, di mezzo ci possono stare anche le corna, ed è il caso della zoppicante power ballad Una Strega.
La chiusura prende di petto l’abusatissimo tema dell’omologazione – che sta diventando un po’ il “non ci sono più le mezze stagioni” degli anni Zero, eh - con la triade Troppo Lento, Chi ha paura del Gatto Nero? (dedicata allo Stivale intiero) e Auf Wiedersehen (dedicata all'anti-Stivalismo), più epilogo, con l'alt-rock accoratissimo della ballad torcibudella (in senso buono) di Il Giorno del Mio Cambiamento.
Al netto dello stupore iniziale (e della tiratissima cover di Gaber L'Illogica Allegria su cui sorvoliamo), Nella baracca di latta rivela qualche crepa dopo ascolti ripetuti, ma si insinua nella memoria come sfizioso esordio di una band, una volta tanto, esigente con se stessa e promettente per qualsiasi orecchio. Enjoy.
http://www.3chevedonoilre.com/
http://www.myspace.com/trechevedonoilre
01. Non è vero niente
02. Festival
03. Tre che vedono il Re
04. Rema fino a che sei in acqua
05. Essere qui adesso
06. Carmelita
07. L'illogica allegria
08. Piera
09. Una strega
10. Troppo lento
11. Chi ha paura del gatto nero?
12. Auf Wiedersehen
13. Il giorno del mio cambiamento
14. L’illogica allegria
Andrea Martella: batteria, cori, torta al carbonia e sottoscala Carlo “Hyper” Fadini: chitarre, testiere, cori e svidol Mr. Falda: bassi, cori e ridde Zappis: voce, cori, tastiere e sulcus glottidis