Andrea Ra è quel bassista e cantautore romano che nel 2001, ispirato dal film Il settimo sigillo di Ingmar Bergman, incise il concept album Scaccomatto, applauditissimo da critica e pubblico.

A distanza di dieci anni esce Nessun riferimento, il nuovo disco dell’artista romano che proprio a Scaccomatto si riallaccia. Anche Nessun riferimento è un concept album che questa volta ruota intorno alla tematica del naufragio. Un mare, quello in cui ci si ritrova a naufragare, che è quello dei pensieri, quella situazione in cui si finisce per diventare schiavi della propria mente e delle proprie angosce.

Andrea Ra si cimenta questa volta con ventitre tracce sonore, di cui undici vere e proprie canzoni e le restanti parti intermezzi che introducono i brani. Un disco rock a tutti gli effetti, la cui scelta artistica è stata quella di trovare un suono che amalgamasse tutto il mare sonoro del disco. E qua risiede il grande difetto di Nessun riferimento, ovvero la scelta di rendere musicalmente molto simili tutti i brani, quasi a indurre l’ascoltatore a credere che quella che si sta ascoltando sia un’unica, lunga e noiosa canzone.

Far naufragare in un grande mare che suona allo stesso modo dall’inizio alla fine può anche condurre all’effetto opposto: apprezzare ventitre canzoni quasi tutte musicalmente identiche, dove a farla da padrone sono i soliti giri di chitarre, basso e batteria. Molti potrebbero pensare ad una continuità musicale ma qua, oltre alle doti di Andrea Ra come musicista e come cantante, l’unica cosa che incombe è la noia.

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