Carlo Fava
La premiata ditta Fava-Martinelli ha compiuto un altro
passo nel percorso artistico intrapreso alcuni anni fa e che, ad oggi, è
riuscito a proporre progetti pregevoli, spesso accattivanti e, come Neve, spiazzanti. Disco intenso,
profondo, ricco di sfumature, ma anche coraggioso e pieno di idee per i lavori
a venire infatti il quarto del cantautore milanese. Otto canzoni, arrangiate
con taglio essenziale per solo pianoforte e viola, da cui il colore del titolo,
attutito e meditativo, ma anche fortemente
evocativo, grazie alla bravura di Cesare
Picco e Danilo Rossi, unici
compagni del titolare in questa avventura.
Chi segue dagli inizi della sua carriera Carlo Fava (sempre coadiuvato nelle
liriche mai banali da Gianluca Martinelli) si potrà rendere conto all’ascolto
di “Neve” che il tempo non è passato invano e che, anziché proporsi come
artista nel prosieguo del suo solito cliché, Fava è capace di scarti
importanti, in questo caso di idee
capaci di entrare nel campo del surreale e dell’onirico pur avendo i piedi ben
piantati per terra. Il risultato è un album dalla scrittura “alta”, capace di
parlare al cuore (Scrivo) e allo
spirito (Ultima), ma anche
all’emozione (Lezioni di tenebre), e
alla fantasia (Naso che cola), senza
tralasciare momenti di nostalgia tutt’altro che didascalici (Terrazza belvedere). “Neve” è un lavoro
assolutamente atipico, senza tempo, capace di rompere precedenti ascendenze e
“dipendenze” musical-culturali per proiettarci in un mondo straordinario e
ricco di simboli. La scelta di utilizzare solamente due strumenti come
accompagnamento al canto se al primo ascolto si manifesta di ostica fruibilità,
dopo vari passaggi si apre come uno spiraglio che illumina, in maniera potente
ed esclusiva grazie anche all’essenzialità dei suoni, liriche indubbiamente
originali che così rivestite manifestano tutta la loro forza.
Un disco insomma da ascoltare con calma, consapevoli che le opere d’arte
non sono mai di immediata fruizione ma necessitano di cura ed attenzione per
crescere e manifestarsi nella loro pienezza. Pochi strumenti, le parole che
bastano, il migliore degli esiti: un plauso a Carlo Fava per avere scelto, in
questa epoca in cui trionfa la ridondanza, il lavoro per sottrazione, andando
al nocciolo delle cose e traendo da esso il massimo dell’emozione.
01. Lezioni di tenebre
02. La pratica del salasso
03. Baby
04. Il merlo
05. Naso che cola
06. Terrazza belvedere
07. Scrivo
08. Ultima
Carlo Fava: voce
Cesare Picco:
pianoforte
Danilo Rossi:
viola