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Diaframma

Niente di serio

«Ma credi davvero a tutte le puttanate che dico?»
Chi continua, ad ogni uscita dei Diaframma, a sentenziare di nuove ricerche, depressioni creative, maggior cura o presunte svolte, non ha ancora capito l’essenza di Federico Fiumani. L’uomo che poteva diventare un accademico del rock, e che invece fa il maestro elementare del punk. Un’onorata carriera in solitaria, accompagnato solo da un pugno di discepoli che sostengono la santa trinità chitarra/basso/batteria (gli ottimi Cantasano e Moretto), e un nugolo di donne.
Questa è la ricetta, il DNA, e l’indirizzo postale di Fiumani. Tutto parte da qui (almeno da Gennaio in poi), per qui tornare. Se stesso, un uomo, un essere umano reale e maschile che si esalta e lotta per vivere, prima che un artista. Questo spiega come mai Fiumani non ha mai imparato a cantare in venticinque anni: ha una bella voce, la stessa che usa ogni giorno, con chiunque, e sa che funziona, anche se stona. Ha una tecnica chitarristica che non regala gli assoli ad effetto di cui sarebbe capace, ma ricama con riccioli sgraziati di note interi mesi di vita, a volte anni.
Niente di serio pone subito le mani avanti, due: da una parte l’umano troppo umano appena uscito dalla fine di una storia, e che cerca di sdrammatizzare, con quel titolo; dall’altra l’artista purosangue, portatore sano di buongusto, che appena decide di impegnarsi estrae dal cilindro un Favretto d’annata, sparato in copertina. Niente di (più) serio, diremmo, di un sorcio (titolo e protagonista del quadro) che fa scappare le donne sulle sedie, anche se una di loro guarda incuriosita, eccitata dalla bruta vitalità della bestia.
E il disco è ancora una volta un ritratto dell’artista da giovane -anche se ormai con il ciuffo bianco- veloce e approssimativo come un cinema verité. Ogni brano è teso nell’evocare l’istantaneo stupore della vita e dei suoi più umili frammenti, da una città vuota d’estate infastidita dalla pioggia e dal «fighettame» (Absurdo Metalvox), fino ai momenti fisiologici della coppia, sempre unita, anche e soprattutto quando capisce il suo rischio di esser effimera, preda della sua stessa fragilità (Nilsson). Fiumani è un savant savage, con la consapevolezza che la felicità non risiede in un credo, in un palcoscenico, in una persona, tanto meno in se stesso: è la vita totale e unificante, provata e assaggiata continuamente, ad esser l’olio duraturo della sua lanterna. Come il ricordo di una giacca punk comprata a Londra da ragazzo, i commenti su Rocco Siffredi della propria lei, che scivolano lungo sculture di semplice intensità: «lei si mangia tutto l’oceano/ resto da solo ad osservare/ le bandiere sventolare».
Una sequenza di momenti quasi ordinari, quasi pop, provabili da tutti, ma che senza Diaframma rimarrebbero solo sulla carta, o almeno non arriverebbero sullo spartito, come le improvvise comunioni dei sensi («amo tutte le maialate che fai») e lapidarie descrizioni d’ambiente («un sogno nel cuore/ sperma nell’occhio»). Doppio registro, mentre la genialità di Fiumani sbanda tra un’intuizione regalata alla propria biografia, e un ‘altra fermata sul giro di una canzone, forgiando due entità che prese singolarmente sono senza dubbio difettose, ma se fatte combaciare danno forma a un’immagine onesta e gloriosa. Infiammabile all’infinito.
Consigliabile
Agli amici di Fiumani che volevano capire che fine ha fatto negli ultimi tre anni.
Agli estimatori che aspettavano il nuovo numero della loro rivista preferita.
A chi è in cerca di un canzoniere per le serenate delle 8 di mattina.
 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Federico Fiumani
  • Anno: 2012
  • Durata: 00:00
  • Etichetta: Diaframma/Self

Elenco delle tracce

01.Vivo così
02. Entropia
03. Absurdo Metalvox
04. Madre Superiora
05. La botta di energia del Rock
06. Niente di serio
07. Nilsson
08. Tempesta nel mio cuore
09. Carta carbone
10. Grande come l’oceano
11. Anime morte
12. Un orologio rotto

Brani migliori

  1. Vivo così
  2. Absurdo Metalvox
  3. Madre superiora

Musicisti

Federico Fiumani: voce/chitarra
Luca Cantasano: basso
Lorenzo Moretto: batteria
Gianluca De Rubertis: pianoforte e tastiere
Marzio Benelli: cori in 01
Giulio Cercato: solo di chitarra in 07