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Elefanti

Noi siamo elefanti

Essenziale, conciso, diretto: queste sono le caratteristiche più immediate che si percepiscono ascoltando il debut-album del duo bergamasco che si è dato, come nome, quello di Elefanti. Di esperienze all’interno di altre band ne avevano già avute parecchie ma, ad un certo punto, i due hanno deciso di concentrare le energie all’interno di un progetto più ristretto, se vogliamo minimale, ovvero quello di un power duo in cui, se si escludono alcuni interventi di coloro che li hanno affiancati nella produzione dell’album, si occupano in pratica di tutti gli strumenti.

Noi siamo elefanti, come anticipato, è un lavoro diretto che supera in maniera palese l’indie-rock più, diciamo così, “pettinato”, quello per intenderci che più che strizzare l’occhio al pop ha cercato neppure tanto nascostamente di ridefinirne ed allargarne i confini per potersi avvantaggiare delle ovvie e maggiori potenzialità mediatiche. Francesco Arciprete e Matteo Belloli hanno recuperato le sonorità garage che furono, almeno in parte, una caratteristica della musica indie, anche italiana, originaria, e le ripropongono in chiave pop con una grande attenzione ai testi, comprensibili e non certo criptici “per avere più carisma e sintomatico mistero”. Suoni alquanto aggressivi, dunque, e lo si evince sin dalla prima traccia, Avorio, ma anche arrangiamenti curati e soluzioni ritmiche che lasciano spazio a fantasia e creatività.

Ed è proprio questo abbinamento fra suoni quasi sempre ruvidi, tecnica strumentale notevole ed indubbia “ascoltabilità” la carta potenzialmente davvero vincente di questo lavoro. Senza dubbio coraggiosa la scelta di cantare in italiano, soprattutto in un ambito nel quale l’inglese sarebbe certamente risultato più “comodo” da utilizzare; più discutibile, ma qui si passa sul versante delle mere opinioni, e quindi dell’opinabilità, quella di sovraccaricare di effetti il cantato che, in alcuni passaggi, rimane quasi soffocato dalle tracce musicali, viceversa sempre molto limpide e definite, malgrado il groove che i due comunicano sia sempre molto denso ed energetico.

Molta carne al fuoco, quindi, per un album di debutto che lascia intravedere, anche nell’ottica di future esibizioni dal vivo, più di un motivo di interesse, soprattutto per il fatto che il duo orobico trasmette grinta, aggressività, ama esprimersi in modo chiaro e diretto e, soprattutto, è stato in grado di rendere quanto mai essenziale un approccio pop-oriented che, nella maggiorparte dei casi, avrebbe corso il rischio di risultare sovraccarico di suoni e ridondante negli arrangiamenti.

In questo senso viene in aiuto ai due un’attitudine grunge che, malgrado sia solo accennata e comunque sempre “sotterranea”, traspare in più di un passaggio e, probabilmente, emergerà  sempre come una sorta di “reagente” presente anche nelle prossime “alchimie” che gli Elefanti saranno in grado di proporre.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Francesco “James” Dini, Matteo Cremaschi, Elefanti, Christoph Bayerlein
  • Anno: 2016
  • Durata: 25:05
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Avorio
02. Me lo dici sempre
03. Nel vortice (non è facile)
04. 4 lire
05. Un po’ conta (se vuoi)
06. Cieli bui
07. Ricordati di me

 

 

Brani migliori

  1. Me lo dici sempre
  2. 4 lire
  3. Ricordati di me

Musicisti

Francesco “Shamble” Arciprete: voce, chitarra, basso  -  Matteo Belloli: batteria, percussioni, cori  -  Francesco Dini: chitarre  -  Matteo Cremaschi: piano, tastiere, synth