supErba
Son passati sedici anni dal battezzo dei vicentini supErba, una band che gravita (immeritatamente) ancora nell’Underground. Riformatosi nel 2015 il combo ha saputo delineare, nel tempo, uno stile atipico e fascinoso. La riprova è Non seguo la cura, un concept-dossier incentrato sull’interrogativo aperto se una sana follia istintiva sia davvero deleteria o sia, piuttosto, un salvifico marchio esistenziale, distaccato da regole pre-confezionate a tavolino e scevro dall’omologazione. Entra sùbito imponente la singer Keti nel prologo di Io sono perfetta, sorretta da un basso acido e cupo, che riporta in auge la grande new-wave anni ’80, per poi gettare La maschera senza esitazioni, con cadenza decisa e spunti spettrali, con una vaga propensione al paranoico. Tutto gira alla perfezione e siamo anche noi Felici e contenti di godere di questo distinto punk con graffianti stop e ripartenze, tanto abili nell’addentrarci in estranianti labirinti immaginari.
Che grinta! Che classe i supErba! Dove lo trovi più, in Italia, un sound del genere? Non solo tumulti e cupezza ma anche dolcezza e incanto in Le stelle che parlano, stilla rassicurante e protettiva con l’invito a non smarrire l’effetto sospensivo che suscita lo stupore. Ma per destarci dalla linearità generale serve ben altro: una scossa, un lampo e qualcuno che ce lo ricordi. Ed il singolo Anestesia fa al caso nostro (guarda il video), con la sua impronta imperante di basso e giri di elettrica in simbiosi chimica con la brava singer. Invece l’attacco di Splendido bada al sodo e sviluppa l’incipit in meandri pop-punk pregiatamente catchy. Teniamo a mente che se si lascia fluire liberamente la nostra indole, Ancora tutto è possibile e lo rimarcano con accordi delicati e abrasivi, sinonimo di un mood distinguibile e originalissimo. In chiusura, Sulla mia pelle rilancia in chiave rock-wave il disinteresse per la quadratura del vivere e promuovere, piuttosto, l’anelare del libero arbitrio anche rischiando qualcosa ma in totale assenza di condizionamenti e uniformità. Per l’eccellente compattezza del sound, intelligenza tematica e gran tecnica messa in campo, possiamo apertamente dire che ‘Non seguo la cura’ è davvero un’opera tosta e… supErba.
01. Io sono perfetta
02. La maschera
03. Felici e contenti
04. Le stelle che parlano
05. Anestesia
06. Splendido
07. Ancora tutto è possibile
08. Sulla mia pelle