L’insolito Clan
Originalità è una parola che è oramai troppo difficile sostenere quando si parla di musica; forse è più opportuno riferirsi alla personalità di un artista rispetto alla sua univocità.
Ecco, parlando de L’insolito Clan mi piace sottolineare quanto la loro personale modalità di presentarsi al pubblico faccia echeggiare ritmi e sonorità che con stima ed orgoglio possono certamente essere fatte risalire a illustri predecessori, da Rino Gaetano fino alle ballate del più odierno Vinicio Capossela.
Non è un caso che tra le prime esperienze ci sia proprio stata una finale al concorso “Rino Gaetano”.
Al primo ascolto anche il loro ultimo lavoro Non vi stimo più echeggia dell’esuberanza tipica dell’artista calabrese, con andamenti “poco lenti”, scenograficamente teatrali e intensamente, a livello testuale, scrupolosi e tendenti al “non te le mando a dire”.
Il sound decisamente folk di molti pezzi emerge grazie ad un sapiente utilizzo sia del contrabbasso che, soprattutto, della fisarmonica.
Ad ascoltare il loro cd ci si sente vitali, trasportati energicamente come sulla loro “La Panda, il buono e lo sconto”, dove il sorriso sulle labbra ti fa apprezzare di più la vita.
Non vi stupirete se qua e la vi sembrerà che risuonino sonorità jazz mescolate di tanto in tanto alla pura musica popolare.
Nella loro spontaneità surreale fotografano realtà quotidiane scegliendo di colorare anche le sfumature più cupe, come un clown sulla scena del circo: ecco sembrano proprio dei giocolieri, o meglio un Clan di giocolieri circensi che si divertono con i fiati, la fisarmonica e il trombone.
La loro lettura è spesso sarcastica e decisamente pungente soprattutto quando sottolinea alcune decadenze della società come il dare valore ad alcune “cialtronate” popolar televisive come in “La gogna”.
Altre volte le sonorità si vestono di swing come in “Richiamerò” anche se direi non proprio in maniera romantica anzi forse meglio molto disinvolta.
Un pezzo che merita una segnalazione è “Il capo” in cui come in un racconto fiabesco c’è sempre chi si maschera per nascondere la sua arroganza, magari dietro una scrivania.
Nulla di particolarmente stravolgente se non il loro voluto surrealismo che quasi “rumoreggiando silenziosamente” disegna i tratti di una società con i suoi spaccati sociali, che spesso richiederebbero rabbia e lacrime ma che con il Clan strappano un sorriso ad ogni nota quasi a voler sottolineare e dire a chi dovrebbe risolvere i problemi di questo nostro mondo, come i nostri delegati politici: “Non vi stimo più”.
01. Il corriere di Putlone
02. La Panda, il buono e lo sconto
03. La gogna
04. Felicità!
05. Richiamerò
06. Il ballo del dente dispari
07. Un altro tono
08. Il capo
09. L’estate
10. Mi converto
11. Non vi stimo più
Fofò Stramandinoli - chitarra, voce Danilo Rinaldi - batteria Nicolò Fiori - contrabbasso Fabio Mina - flauto traverso Elia Conti - tromba Claudio Podeschi: trombone Luigi Flocco - fisarmonica