Lele Battista
Lele Battista preferisce galleggiare. Sfiorando pericolosamente l’abisso di un vuoto paralizzante, il cantautore milanese fa sue riflessioni sullo spaventoso nulla esistenziale e sociale che ci circonda: questo Nuove esperienze sul vuoto, fresco di stampa, è un “concept-non-concept”, un momento di bilancio che si trasforma in disegno di vita, quasi di filosofia della vita quotidiana e sentimentale.
Alla ricerca di un autentico sempre ambiguo e sfuggente, Lele Battista, affiancato dal fedele Giorgio Mastrocola alla produzione artistica e alle chitarre, sembra tagliare i ponti anche con la freddezza industriale della registrazione digitale, con un disco (post-)analogico dal suono elegante e viscerale insieme.
Battista continua a flirtare con il nulla, improvvisandosi flâneur nella città svuotata da un “Blocco del Traffico”, cercando uno slancio ideale e spirituale nella rotondità di “Il Mio Punto Debole”, annullando l’oppressione del decadimento nell’intimità densa e dilatata del singolo “Il Nido”. Poi riflette sul contrasto tra saturazione di stimoli e l’incapacità di usare i neuroni, nei prog-latineggianti di “L’arte di annoiarsi”, un inno al “perdere tempo”, e “L’arte di essere felici”, bandiera del libero arbitrio (Locke docet).
Dopo la parentesi invernale di “Nutrire la mente”, malia romantica sulla consonanza con la stagione più fredda, e la carezzevole lullaby “Profondamente dentro”, il cantautore affronta l’alienazione e contraddizione del sé nel pop trascinato di “In Parte Me”, un sé ricostruito con fatica dopo la fine di un grande affetto in “Le Cose più Grandi di Me”.
La ricerca di un’autenticità a strapiombo sul vuoto si conclude ne “Le Mani”, unici strumenti per catturare l’emotività alla superficie del reale, e l’intensa “Attento”, catarsi a due voci (l’altra è l’ospite Mauro Ermanno Giovanardi, ex-La Crus) che compendia l’album in un’atmosfera crepuscolare.
Sostenuto dalle conferme degli ultimi anni - al suo disco d’esordio solista “Le Ombre”, sono seguite collaborazioni e la colonna sonora de “Lo Stallo” di Silvia Ferreri, fino al patrocinio di Ivano Fossati, che l’ha voluto per una cover della sua “Last Minute” - LeLe Battista continua a ritagliarsi un posto di rilievo nell’artigianato musicale indipendente di mamma Italia, sul solco di un percorso personale emulsionato alle ultime frontiere indie internazionali, ma che non lesina qualche (giusto) ammiccamento al mainstream.
Paolo D'Alessandro { 07/10/2010 )
beh, fonti certe mi dicono che Il Nido era stato proposto per Sanremo 2010. poi, sinceramente io tutta sta foga contro Sanremo non la capisco.
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01. Sull’inesprimibile
02. Blocco del traffico
03. Il mio punto debole
04. Il nido
05. L’arte di annoiarsi
06. L’arte di essere felici
07. Nutrire la mente
08. Profondamente dentro
09. In parte me
10. Le cose più grandi di me
11. Le mani
12. Attento
Lele Battista: voce, pianoforte, glockenspiel, sintetizzatori, basso in 07
Giorgio Mastrocola: chitarre, trattamenti sonori, basso in 3, cori in 5-9
Andrea Dupuis: batteria
Ospiti:
Giorgio Cuccurugnani: basso in 2, 6, 8, 9, 10, 12
Megahertz: sintetizzatori e produzione 5-10, basso 4 e 5
Mauro Ermanno Giovanardi: voce in 12
Andrea Cardinale: violino in 7
Francesco Facconi { 07/10/2010 )
Un bel disco, non c'è che dire, anche se la variazione verso il commerciale c'è e si sente. Lo vedremo a Sanremo l'anno prossimo? Spero proprio di no!