Fra canzoni in senso più o meno stretto, quindi con un testo (per lo più di Maria Pia De Vito e in napoletano) e vocalità pura (con qualche mischiamento), l’album si sviluppa di preferenza sulla direttrice voce/piano, con non infrequenti (e comunque mai invadenti) spruzzate di elettronica. Fanno eccezione ’A sposa riluttante, dove Huw Warren lascia il posto a Ralph Towner (sua la musica del brano), nonché Vucella (Assum Branco) e ‘O pata pata, in trio.

Generalmente in prossimità della forma-canzone sembrano giungere i riscontri più convincenti, ma non è una regola ferrea. Tra i brani citati, ad esempio, notevoli sono ‘A sposa riluttante, sempre calibrato, a tratti quasi elegiaco, e il primo dei due trii (non che il secondo sia male, per carità), di J.M. Soares Wisnik (traduzione in napoletano di Maria Pia). Fra i duetti piano/voce, segnaleremmo invece Frevo em Maceió/Joker e Bello tiempo antico, forse i momenti più inventivi, anche sperimentali (almeno il secondo) dell’intero lavoro, e poi ancora Si fosse fatto foco, rigoglioso quanto elegante; il tradizionale La nova gelosia, a tratti quasi etereo, con voce molto riverberata ed effetti elettronici vari, e il divertissement finale Um a zero.

Tra le firme esterne ai tre performer, la fanno da padroni i brasiliani: oltre al citato Soares Wisnik, Chico Buarque, Vinicius de Moraes e Tom Jobim, tutt’insieme in Olha Maria (che diventa Curre Maria,anche qui nella traduzione devitiana), nonché Hermeto Pascoal (Frevo em Maceió, mentre il “coinquilino” Joker è di Bojan Z). Per tutto il resto si consiglia di passare direttamente all’ascolto.        

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