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Miele

Occhi

Partiamo dalle presentazioni, perché l’avrete ascoltata o sentita nominare, ma un riepilogo su presente, passato e futuro di questa artista potrebbe esservi utile.

Nissena, classe 1989, Manuela Paruzzo, in arte Miele, ha studiato al CPM Music Institute, ha vinto il concorso Area Sanremo, ha partecipato quindi all’ultimo Festival di Sanremo e al concertone del Primo maggio a Roma, aprirà il concerto di De Gregori al Teatro Antico di Taormina il 27 agosto e sarà al MEI di Faenza (23-25 settembre 2016), dove ritirerà il premio come “Miglior giovane di Sanremo 2016”. Gli ascolti di Manuela spaziano dal blues e dal rock internazionale (Janis Joplin, Nick Cave e Tom Waits in particolare) alla tradizione italiana di Dalla, Fossati e di un’interprete unica come Mia Martini.

Il curriculum di Miele è di tutto rispetto e il suo percorso artistico procede in definitiva con nuove soddisfazioni; dai suoi studi ed ascolti, ma anche probabilmente dal suo temperamento derivano un’intensità interpretativa notevole, che regala un valore aggiunto, anzi determinante alle canzoni, e una certa eleganza “classica” anche nei momenti più accelerati e con fondo graffiato, che restano lontani da certe interpretazioni slabbrate e troppo dilettantesche.

Parlare di autenticità nella musica è come discutere del sesso degli angeli; però nelle performance vocali e tra le righe dei versi si avverte una schiettezza, una genuinità che ha qualcosa di viscerale e disarmante, tanto da stringere un nodo in gola ad ogni ascolto. L’amore per voci blues e rock emerge anche nell’impeto quasi rabbioso con cui Miele si cimenta con la cover di Grande figlio di puttana (Stadio/Dalla).

Le sonorità appaiono a volte più figlie del cantautorato, altre contaminate da chitarre rock anni ’90, o dal pop d'autore, ma sanno anche farsi essenziali, come nei due pezzi finali; uno è Gli occhi per vedere, brano voce e piano composto da Eugenio Sournia, autore e leader della band Siberia, e sostenuto dalla voce di Manuela, ricca di un pathos doloroso e prodiga di slanci del cuore. Il successivo e conclusivo è Parole al vento, sempre proposto in versione voce e piano, un florilegio di emozioni accorate quasi da romanza dei tempi che furono, aggiornata con una voce graffiante e calda.

L’interpretazione a volte scavalca persino il testo, accentuandone alcuni aspetti, o comunque aumentandone l’impatto emozionale, come lasciando sgorgare una lava di pensieri e lacrime. Ciò non toglie che i versi possiedano un loro valore autonomo, allorché raccontano il momento in cui si sente «di aver di nuovo gli occhi per vedere / un sogno limpido / senza arrossire» (Gli occhi per vedere), oppure la “fame” con cui ci si consuma nell’attesa di comprendere cosa prova l’altra persona, o nella certezza di saperlo, con il desiderio di invecchiare insieme e la domanda impossibile che stronca ogni futuro su «come sarebbe stato condividere le rughe» (e non è successo o succederà; M’ama non m’ama).

Ancora Manuela canta di amanti in ritardo e amori sfumati, con tutto il loro carico di interrogativi sulla solitudine o nuove relazioni che ne consegue (Mastica), di incanti inevitabilmente brevi, mentre si è in bilico tra «seduzione e solitudine» (Parole al vento) o ancora delle somiglianze e delle differenze con una figura paterna di cui si condividono i difetti, ma con cui non si riescono a condividere i sogni (il pezzo sanremese Mentre ti parlo, da brividi quasi per eccesso di realismo ed empatia suscitabile). Nell’incertezza e labilità dei sentimenti, nella sostanza controversa dei loro confini e delle loro espressioni, alla fine ciò che conta sembra essere proseguire il cammino, «con le braccia tese verso il mondo», nonostante le difficoltà e le accuse di vivere d’illusioni d’artista, mentre «solo la fragile illusione di aver scelto /[…] porta i piedi avanti» (il singolo Questa strada): «Sei pazza dove credi di andare / a girare a vuoto tra la gente». No, Miele non ci sembra matta, i suoi occhi hanno avuto «più “Fame” che paura», queste canzoni crescono ad ogni ascolto e le auguriamo di dimostrare il suo valore combattendo e sconfiggendo qualunque scetticismo, per raggiungere ulteriori traguardi.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Placido Salamone
  • Anno: 2016
  • Durata: 22:00
  • Etichetta: Maciste Dischi

Elenco delle tracce

01. Mentre ti parlo
02. M’ama non m’ama
03. Questa strada
04. Mastica
05. Grande Figlio di Puttana
06. Gli occhi per vedere
07. Parole al vento

 

Brani migliori

  1. Mentre ti parlo
  2. Questa strada
  3. Mastica

Musicisti

Andrea Rodini: supervisione artistica, coautore di 01, 02, 04, 07, cori in 04 - Placido Salamone: arrangiamenti, chitarre, programmazione - Pat Simonini: mix e mastering - Miele: voce, arrangiamenti, coautrice di 01, 02, 04 e 07 - Maximilian Agostini: pianoforte in 01, 02, 03, 04 e 05, arrangiamenti - Peppe Milia: chitarre, arrangiamenti - Antonio Moscato: basso, arrangiamenti - Donato Emma: batteria, arrangiamenti - Massimo Zanotti: archi e arrangiamento archi su 01 - Valentino Corvino: archi - Giuliano Lecis: pianoforte in 06 e 07, arrangiamenti - Paola Candeo: cori - Andrea Marchese: booklet - Alessandro Congiu: foto copertina digitale - Mattia Iacono: progetto grafico