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Pulsar Ensemble

OddSquare

In questo album dei Pulsar Ensemble (primo e finora unico) gli amanti dell'armonia e soprattutto della melodia, non troveranno pane per i loro denti. Troverà invece molto da ascoltare chi ama l'intreccio tra strumenti a percussione ed elettronica intesa in senso ampio.

Nati nel 2014, sono cinque componenti che suonano una strumentazione non certo scarna; recenti vincitori della sezione strumentale del concorso L'Artista che non c'era 2019, ci fanno conoscere il loro lavoro completo (pubblicato un anno fa), dove le percussioni, il vibrafono (e il glockenspiel) sono in senso lato gli attori protagonisti. L'importanza delle percussioni è palese in tutto il disco e la poliritmia è importante in molti pezzi. Non quella ossessionante, ma un confronto che è un dialogo, magari vivace ma ragionevole e dove le parti sanno tacere e intervenire.

Un'altra matrice comune ai brani è il loro fluire sonoro con dinamiche e densità strumentali variabili; ve ne sono di cinematografici, con uno zoom ideale che si avvicina in accelerazione o si allontana rallentando ma allargando la scena sonora. Nei dieci pezzi che compongono l’album, troviamo una bella varietà di suoni e di stili; per esempio l'apertura con Sensation è originale, percussiva, secca e breve, ma troviamo che non sia una scelta azzeccata quella di metterla come traccia di apertura, sebbene riesca a creare curiosità su ciò che verrà in seguito. In Light and Shade è presente un ipnotismo sonoro che dopo un interludio volutamente incerto, svolta tramite una modulazione che imprime una accelerazione alle fluttuazioni e termina i cinque minuti e trenta in un apparente caos.

Quasi tutti i pezzi si aprono con percussioni: scandite e trafitte da sintetizzatore e chitarra come in Play, con il vibrafono dominante e che dopo un nodo sonoro che esprime smarrimento, riparte spedito in Biglie e castelli di sabbia, o con cambi di atmosfera e fiati, che riempiono e sostengono. Aleggia molto nei Pulsar un carattere di improvvisazione consapevole, a volte guidata, dove il materiale sonoro perde la propria organizzazione gerarchica, come accade nella musica elettronica, in favore di un flusso dinamico variabile.

In The Box, dopo le percussioni assortite il vibrafono diventa protagonista, sotto di lui un tappeto variegato, un soundscape di nome e di fatto, che genera quel piacevole flusso di sorpresa su cosa verrà dopo, che oggettivamente tutti i brani sanno trasmettere. Per comodità viene usato il termine percussioni, in realtà si tratta di un insieme di strumenti, oltre a tutti gli altri che rendono ricche le stratificate esecuzioni.

Non si può non citare su questi temi anche il lavoro in sala di registrazione, che deve essere stato particolarmente impegnativo e importante, visto che ha un grande peso nell'economia del lavoro. Altrettanto decisive devono essere l'attenzione e il tempo nelle prove e nel mixaggio prima e durante il concerto, per avere una buona resa dal vivo (qui un video che coglie un momento in studio). Un disco che ha una sua ‘estetica’: non è poco.

Quando poi si ascolta Afroeurobici ci si trova dapprima in un clima psicologico quieto, sospeso, sino a quando un cambio d'atmosfera lo materializza. Il disco volge al termine con Insomnia, che apre con un effetto da carillon un po' narcotizzante, per poi sfociare in una fase con ritmica ossessiva, effetti robotici e un finale in accelerazione. Facile affermare che si avvera un incubo. Tetris chiude; è un breve pezzo d'atmosfera con piano, effetti e tutto scivola via in un minuto e trenta con leggerezza e un po' di senso di mistero. Il disco si è aperto spavaldamente e ora si richiude in una sorta di zona d'ombra. Sono numerosi i richiami e gli echi verso generi e singoli artisti, non solo in ambito pop e rock. Questo è del tutto normale e legittimo in generale nella musica, anzi è proprio ciò che l'ha fatta crescere nei secoli. L'elenco dei nomi? Lo chiederemo magari in futuro in una intervista, direttamente a loro.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Stefano Castagna
  • Anno: 2018
  • Durata: 46:02
  • Etichetta: Ritmo&Blu Records

Elenco delle tracce

01. Sensation
02. Light and Shade
03. Play
04. Biglie e Castelli di Sabbia
05. Little Square
06. The Box
07. Shadow of Alfred
08. Afroeurobici
09. Insomnia
10. Tetris

Brani migliori

  1. Light and Shade
  2. Insomnia
  3. Tetris

Musicisti

Filippo Sala (autore delle musiche), Sebastiano Ruggeri, Gionata Giardina, Luca Mazzola, Jacopo Biffi. Gli arrangiamenti sono a cura di Filippo Sala e Pulsar Ensemble